Con il consensus degli analisti che vede una crescita degli utili societari stabile al 10% nel prossimo biennio, l’azionario giapponese si rafforza nelle preferenze degli investitori (nonostante le turbolenze d’agosto). Come approcciarlo nell’intervista a Ichiro Kosuge, portfolio manager di Goldman Sachs Asset Management
Valutazioni in linea con il decennio appena trascorso ma prospettive di crescita degli utili societari con una crescita stabile vicina al 10%. Il Giappone descritto da Ichiro Kosuge, gestore dei portafogli Goldman Sachs Japan Equity Portfolio e Goldman Sachs Japan Equity Partners Portfolio, è una terra di investimento azionario dalle caratteristiche ben definite e misurabili che guarda oltre le turbolenze di breve periodo che in questo inizio di agosto lo hanno visto i principali indici nipponici perdere e riguadagnare oltre il 10%.
Come si combinano i dati su valutazioni e crescita degli utili? Come si spiega un portfolio manager il fatto che non si muovano all’unisono?
Dobbiamo innanzitutto guardare al dato di crescita del prodotto interno lordo, da tempo non attrattivo per quanto riguarda il Giappone. Il fatto che questo numero si muova stabilmente in una forbice di un punto percentuale nasconde agli occhi di molti investitori quello che accade nelle migliori società del Paese dove la crescita è ben più presente.
Ichiro Kosuge, portfolio manager di Goldman Sachs Asset ManagementLa riforma della corporate governance, parte fondamentale della storica Abenomics, ha avuto un ruolo molto importante nello spingere le aziende al rinnovamento, innescando un processo che, partendo dalla trasparenza, ha portato i management delle società a concentrarsi su come migliorare il business e la marginalità.
Gli effetti si vedono ancora oggi con una crescita dei dividendi e dei buyback anche nell’ultimo anno.
In questo quadro, di cosa devono tenere conto gli investitori?
Per prima cosa è necessario distinguere fra “vecchio” e “nuovo” Giappone. Il processo di rinnovamento dell’ultimo decennio non ha infatti riguardato tutte le imprese allo stesso modo e questo crea forti dispersioni.
Le caratteristiche fondamentali del “nuovo” Giappone riguardano una corporate governance in linea con i migliori standard internazionali e la consapevolezza della necessità di una diversificazione geografica dei ricavi.
Come si compone quindi l’offerta di Goldman Sachs Asset Management?
Abbiamo due fondi: il Goldman Sachs Japan Equity Portfolio e il Goldman Sachs Japan Equity Partners Portfolio. Per entrambi i prodotti si selezionano attivamente le aziende del Paese con le migliori prospettive, ma differiscono per il grado di concentrazione con effetti anche sullo stile complessivo di investimento. Il Goldman Sachs Japan Equity Partners Portfolio è un fondo growth che limita l’investimento ad un massimo di 35 titoli che, a nostro avviso, presentano un alto potenziale di crescita, mentre il Goldman Sachs Japan Equity Portfolio arriva fino a 90 titoli e investe anche in grandi aziende nazionali che per settore di appartenenza possono mostrare caratteristiche di stabilità che influiscono maggiormente sul controllo della volatilità piuttosto che sulla crescita attesa.
Dove si concentrano attualmente le migliori opportunità di crescita dell’economia giapponese?
Il settore dei semiconduttori è in forte crescita, nonostante il Paese non abbia un produttore nazionale di microchip. Il Giappone occupa una posizione molto importante sia nel settore dei macchinari per la produzione di microchip che in quello dei materiali, con una quota di mercato globale di circa il 30% nel primo caso e tra il 40% e il 50% nel secondo.
L’information technology è un altro settore ad alto potenziale. I produttori di software mostrano ottimi numeri, beneficiando di investimenti in crescita tipici di un’economia che deve far leva sull’attuale situazione di disponibilità di cassa per migliorare la produttività futura grazie all’innovazione tecnologica.
Da un punto di vista macroeconomico quali sono le sfide all’orizzonte e come le stanno interpretando i policy maker?
Governo e Bank of Japan stanno creando condizioni molto favorevoli per la crescita economica. Al momento l’inflazione è al 2% e la politica monetaria deve muovere il costo del denaro.
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