Gli Institutional Investor Indicators di State Street mostrano un calo della propensione al rischio. E un aumento delle partecipazioni obbligazionarie in vista di tassi elevati ancora per un po’ di tempo
Meno azioni e cash, più reddito fisso e dollari. La propensione al rischio degli investitori istituzionali si è ridotta ulteriormente, rientrando verso la neutralità e segnando un ritorno all’obbligazionario. In particolare verso titoli di Stato statunitensi, in vista di uno scenario che preannuncia tassi alti ancora per un po’. A misurare il sentiment sono gli State Street Institutional Investor Indicators, stando ai quali in aprile il Risk Appetite Index è sceso a quota 0,0 dallo 0,09 di marzo.
Michael Metcalfe, head of Macro Strategy di State Street Global Markets
“La propensione al rischio degli investitori istituzionali si è attenuata il mese scorso, trainata da un’impennata della domanda di dollaro, con afflussi che hanno sfiorato il massimo da cinque anni a questa parte”, sottolinea Michael Metcalfe, head of Macro Strategy di State Street Global Markets. Insolitamente bassi si sono di conseguenza rivelati i flussi e le esposizioni all’euro. La ragione è piuttosto chiara: con un taglio dei tassi da parte della BCE ormai completamente scontato per giugno e le aspettative nei confronti della FED quasi azzerate, gli investitori cercano di essere già posizionati per la maggior parte delle potenziali notizie negative sul cambio eur/usd.
Più eterogeneo invece il sentiment nei confronti dell’azionario. La domanda si è infatti rivelata debole per i titoli ad alto beta, compresi i tecnologici, ed è stata compensata da quella più solida per i mercati emergenti e dai minori deflussi dai titoli dell’Eurozona. “Inoltre, anche se ad aprile gli investitori sono tornati al reddito fisso nel suo complesso, la domanda per ora si è concentrata sui Treasury, con scarso appetito per il credito rischioso o per il debito sovrano europeo”, osserva Metcalfe.
Il risultato che affiora dagli indicatori delle partecipazioni di State Street mostra quindi che le allocazioni azionarie e in liquidità da parte degli investitori di lungo termine sono diminuite di 0,2 punti percentuali ciascuna, attestandosi rispettivamente al 53,3% e al 18,7%. Con queste ultime che sono tornate alla loro media di lungo periodo. Emerge inoltre che il principale beneficiario di tali movimenti è stato appunto il reddito fisso, le cui allocazioni sono cresciute di 0,4 punti percentuali, raggiungendo il 27,9% e segnando il maggiore incremento mensile da marzo dello scorso anno.
Buone notizie per il Bund?
“Aprile è stato un mese terribile per i rendimenti dei mercati obbligazionari e azionari, ma la reazione degli investitori istituzionali è stata indicativa. Piuttosto che rifugiarsi nella liquidità, hanno aumentato la loro allocazione al reddito fisso come non accadeva da più di un anno”, fa notare Metcalfe. Per l’esperto si tratta appunto di una mossa predittiva, visto il messaggio sui tassi elevati per un periodo di tempo più prolungato lanciato dalla FED all’inizio di maggio e le continue speranze di un imminente allentamento della BCE. Ovviamente è ancora presto, ma per Metcalfe potrebbe essere l’inizio di una rivalutazione da parte degli investitori del loro ancora significativo sottopeso nelle obbligazioni, soprattutto nei Bund.
Quanto al cash, il fatto che le allocazioni siano tornate alla media di lungo periodo potrebbe essere invece un po’ più preoccupante. Secondo l’esperto, infatti, ciò suggerirebbe che la liquidità ‘in eccesso’ ai margini si è ormai esaurita. “Dato che le partecipazioni azionarie sono ancora vicine ai massimi da 15 anni, l’asticella delle buone notizie per attirare più denaro verso le azioni si è alzata, visto che gli investitori dovrebbero probabilmente finanziarle con un ‘sottopeso’ in liquidità”, spiega. Al contrario, se i tassi d’interesse USA dovessero rimanere davvero alti e stabili, secondo Metcalfe gli investitori potrebbero iniziare a rivalutare la loro significativa sottoponderazione nel reddito fisso. Come sembra abbiano iniziato a fare in aprile.
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