Consulenti finanziari, le responsabilità familiari frenano le professioniste
Anche nella consulenza è forte il divario di genere per quanto riguarda prospettive, reddito e soddisfazione lavorativa. La ricerca Bocconi per Anasf e Jp Morgan AM
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Il terribile mix di alta inflazione e tensioni geopolitiche ha allontanato gli italiani dai mercati finanziari. La maggior parte dei risparmiatori ha infatti rivisto le proprie scelte di portafoglio all’insegna della prudenza, con una buona parte che è arrivato addirittura a liquidare le posizioni. Lo rivela l’ultimo sondaggio di Gimme5, secondo il quale l’impatto di pandemia e guerre sui listini internazionali ha fortemente condizionato i piccoli investitori. Che però si confermano formiche e contano di continuare ad accantonare denaro.
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La ricerca, che ha coinvolto i clienti della piattaforma fintech, mostra come la stragrande maggioranza abbia seguito con profonda (54%) o almeno leggera (41%) preoccupazione gli avvenimenti internazionali degli ultimi anni. Appena il 5% è riuscito invece a viverli con distacco. In particolare, i più sensibili al tema sono stati gli esponenti della Gen X (cioè i nati tra il 1965 e il 1980) e le donne, che si dichiarano preoccupate nel 76% dei casi contro il 52% degli uomini. Quello che però non ha risparmiato nessuno è stato l’effetto inflazione sulle abitudini di spesa: la prima voce ad essere tagliata è stata lo shopping (50,8%), seguita dallo svago (47%) e dai viaggi (42,2%) ma anche dalla formazione (8,5%) e perfino dai beni di consumo primari (5,8%).
Dopo anni di tassi a zero, il primo assaggio di carovita non ha potuto che pesare anche sulla propensione all’investimento degli italiani. Il 47,5% del campione ammette infatti di aver ridotto le allocazioni per mancanza di risorse mentre il 30,7% dice di aver perso la fiducia nei mercati e il 29,6% trova sempre più difficile stimare la rischiosità di una scelta. Non solo: la stragrande maggioranza sostiene di non riuscire a vedere le opportunità a sconto (79,4%) e quasi uno su tre (27,2%) ammette di reagire in modo emotivo alle oscillazioni di mercato. All’atto pratico, un terzo degli intervistati ha adattato le decisioni al nuovo contesto in un senso ben preciso: aumentare la diversificazione del portafoglio. Una piccola quota (10%) ha invece ridotto l’esposizione a settori specifici (10%) o il livello di rischio generale (8%). E non manca neppure chi ha deciso di disinvestire del tutto (12%). Non sembra invece aver perso rilevanza l’attenzione alla sostenibilità, che è rimasta un tema importante (57%) o è diventata ancora più centrale (31%) per la maggior parte dei risparmiatori. A livello di genere, gli uomini che investono sono il 10% in più delle donne mentre, da un punto di vista generazionale, lo scettro è in mano ai i Boomer.
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I primi mesi dell’anno si confermano comunque un periodo di buoni propositi: oltre la metà del campione dichiara infatti di voler attivare nuovi obiettivi in app e cominciare così a risparmiare soprattutto per casa (43%) e viaggi (43%). La ricerca sottolinea come una spinta decisiva in tal senso venga dall’educazione finanziaria: la maggior parte (34%) degli utenti ammette infatti di aver iniziato a investire solo dopo essersi adeguatamente documentata, il 28% dopo aver messo del denaro da parte e soltanto il 17% al raggiungimento della maggiore età. Altro segnale di consapevolezza è rappresentato dal fatto che l’82% ritiene fondamentale diversificare: solo il 15% dichiara di adottare un unico strumento finanziario mentre l’85% ne ha scelti almeno due e il 18% addirittura più di cinque. Resiste però anche in questo senso un certo gender gap, con gli uomini che sono più convinti delle donne a puntare su un ampio ventaglio di strumenti (21%) e sul lungo periodo (24%).
La survey evidenzia infine il ruolo determinante assunto ormai dalla tecnologia: il 21% dice di aver iniziato a investire grazie al fintech mentre il 42% ritiene utili gli automatismi di risparmio. Guardando al futuro, gli intervistati si dicono interessati ad accedere a strumenti di analisi degli investimenti sempre più sofisticati (46%), a maggiori opzioni d’investimento (45%) e ad approfondimenti di educazione finanziaria (27%).
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