Effetto Covid: per i risparmiatori sempre più investimenti sostenibili
Il 77% li conosce, il 18% li ha già scelti direttamente e il 57% pensa di incrementare la propria esposizione. L’indagine del Forum per la Finanza Sostenibile e Bva Doxa
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Più ottimisti, ma sempre con un occhio alle possibili emergenze, per le quali è prioritario continuare a risparmiare. Sono gli italiani post-Covid, secondo la fotografia scattata dal consueto Osservatorio semestrale realizzato da Anima Sgr in collaborazione con Eumetra, da cui emerge che pur in un contesto più roseo, il “progetto” in vetta alle preferenze degli italiani resta comunque quello di accantonare denaro. Le preoccupazioni non scalfiscono invece la voglia di investire, con il ritorno di un vecchio grande amore, l’immobiliare, e una passione sempre più forte per gli strumenti Esg.
Stando all’indagine, diversi fattori supportano una visione più fiduciosa sulla situazione finanziaria attuale e futura del nostro Paese. Il successo della campagna vaccinale, insieme all’attuazione degli investimenti importanti del Pnrr, dovrebbero infatti fornire un ulteriore slancio alla crescita economica domestica (che potrebbe attestarsi nell’intorno del 6% nel 2021 e del 4% nel 2022).
La situazione economica del nostro Paese, rispetto ad un anno fa, è migliorata secondo il 44% dei bancarizzati (cioè titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale) e il 52% degli investitori, contro il 9% e il 14% rispettivamente della rilevazione dello scorso marzo. Stesso discorso per quanto riguarda la situazione economica dell’Italia tra un anno: il fronte dei bancarizzati ottimisti passa dal 33% di marzo al 48%, mentre nel segmento degli investitori dal 40% si sale al 54%.
Insomma, dopo tanti mesi di incertezza, i timori per la pandemia stanno rientrando. Alla domanda su quali rischi a medio termine si considerino più gravi, scende dal 68% al 47% la percentuale di bancarizzati che ha risposto “pandemie/malattie infettive”; dal 59% al 52% chi ha risposto “disoccupazione/recessione”. Al contrario, si riscontra un balzo per quanto riguarda la percezione dei rischi legati al “cambiamento climatico”, in quanto la percentuale nel segmento dei bancarizzati sale dal 29% al 37%. Anche nel segmento degli investitori si riscontra la stessa tendenza: le pandemie/malattie infettive passano dal 67% al 49%, la disoccupazione/recessione dal 54% al 48% e per quanto riguarda il cambiamento climatico dal 27% al 38%. Inoltre, alla domanda se la pandemia avrà ancora un impatto negativo sulla situazione economica italiana (ovvero maggiore disoccupazione, recessione economica…), si riduce al 34% dal 52% la quota di bancarizzati che ritiene che “gli effetti ci saranno anche nel lungo termine” e dal 44% addirittura al 25% la quota nel segmento degli investitori.
Mettendo a confronto le prospettive sulla situazione del nostro Paese e quelle relative alla situazione finanziaria personale, si riscontra un po’ più di ottimismo se si guarda al futuro. Rispetto ad un anno fa, il 23% dei bancarizzati e il 28% degli investitori ritiene migliorata la propria situazione; ragionando, invece, su come si starà fra un anno, si sale, rispettivamente, al 33% e al 36%. Tuttavia, l’inflazione si fa sentire. Il 76% dei bancarizzati e il 73% degli investitori, infatti, ha dichiarato di aver rilevato un aumento dei prezzi dei suoi acquisti abituali rispetto al periodo pre-Covid. E i prezzi saliranno anche il prossimo anno, per il 61% del campione (57% degli investitori).
In vetta alle preferenze delle famiglie italiane resta, come si diceva, l’esigenza di risparmiare per eventuali emergenze: a marzo si parlava del 52% dei bancarizzati oggi salgono di poco al 54%, mentre fronte investitori, dal 55% si sale al 58%. In seconda posizione il progetto di andare in vacanza, importante per il 35% dei bancarizzati e il 39% degli investitori (prima si parlava rispettivamente del 38% e del 39%). Fra gli altri progetti, arretra l’attenzione ad “aiutare i familiari”: i dati di ottobre 2021 sono piuttosto distanti da quelli della primavera ma vicini a quelli del periodo pre-Covid (16-18% dei bancarizzati e 18-24% degli investitori nelle rilevazioni di primavera e autunno 2019).
L’indagine conferma anche questa volta la resilienza della propensione ad investire, ma al contempo va evidenziato il recupero di terreno da parte degli immobili. In particolare, il 62% dei bancarizzati e l’82% degli investitori, se oggi avesse dei soldi da investire, punterebbe su prodotti finanziari e, rispettivamente, passano dal 29% al 36%, e dal 28% al 32% fronte investitori, coloro che punterebbero sugli investimenti immobiliari.
In linea con una maggiore sensibilità da parte dei singoli e delle società verso comportamenti più virtuosi in tema di sostenibilità e quindi ad essere sempre più propensi ad attuare i criteri ambientali, sociali e di governace, l’indagine ha evidenziato come si riduca ulteriormente la quota dei risparmiatori che dichiarano di non aver mai sentito parlare di investimenti Esg. Nello specifico, la quota dei bancarizzati “inconsapevoli” si riduce al 40% dal 45% di marzo 2021 (mentre un anno fa si parlava del 47%) e nel segmento degli investitori, si passa al 26% dal 31% di marzo 2021.
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