Paschetta (Pictet AM): “L’investimento tematico evolve tra attivo, indicizzato enhanced e private markets”
Il country head Italia di Pictet Asset Management analizza per FocusRisparmio le trasformazioni in corso nel campo dei megatrend (e non solo)
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Nonostante siano meno preoccupati del futuro rispetto a una anno fa, quando si tratta di investire gli italiani cercano soprattutto tre cose: sicurezza del capitale, stabilità del rendimento e consulenza. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Investitori di CNP Vita Assicura, condotto in collaborazione con BVA Doxa, secondo cui il diffuso ricorso agli advisor è strettamente connesso al ritorno della fiducia e ha favorito una ripresa della progettualità dei risparmiatori.
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L’indagine, che ha coinvolto 2.400 decisori finanziari del nostro Paese, mostra dunque il ruolo cruciale dei consulenti finanziari come punto di riferimento nella gestione e nella costruzione delle strategie di investimento. Nonostante il 65% degli intervistati (con un picco del 94% tra gli investitori Private) si senta molto o abbastanza competente in materia, l’81% continua infatti ad affidarsi a un professionista per meglio valutare l’orizzonte temporale e l’approccio al rischio ma anche per definire gli obiettivi di investimento. Non solo. Altra dimostrazione della fiducia riposta nei professionisti della finanza è il fatto che oltre la metà dei risparmiatori, il 54% per la precisione, affronta le scelte finanziarie e assicurative senza consultarsi con altri membri della famiglia mentre solo 46% ritiene importante discuterne con i familiari.
Quando poi si tratta di scegliere, la priorità resta sempre la sicurezza del capitale: è 38% degli intervistati a metterla in prima posizione, dato in ulteriore aumento rispetto al 2023. Segue la stabilità del rendimento (23%) mentre spiccano come ulteriori elementi considerati la fiscalità agevolata (9%) e la possibilità di designare un beneficiario (5%) ma anche l’impignorabilità e insequestrabilità (rilevante per l’8% del campione rispetto al 5% del 2023). Cresce poi la voglia di fare progetti: se prima solo il 22% dichiarava come finalità del proprio investimento la realizzazione di piani attuali o futuri, oggi questa percentuale è aumentata di 5 punti e si attesta al 27%. In calo, ma ancora preponderante, la volontà di affrontare l’incertezza nel domani: 56% dal precedente 59%. Si attenuano infine i timori che riguardano i soldi impiegati: se a inizio 2023 il 66% si dichiarava preoccupato, quest’anno la quota scende al 48%. Dato confermato anche dai minori timori per l’inflazione e per il costo del denaro nelle scelte di investimento.
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Lo studio rivela inoltre che la stragrande maggioranza degli investitori intervistati conosce i titoli di Stato, seguiti sia dalle polizze vita (85%) sia dai fondi di investimento (81%) e dalle azioni (81%). Meno noti sono invece le obbligazioni societarie (60%) e gli investimenti sostenibili e responsabili (45%). Nonostante questo, quando si analizzano i prodotti effettivamente sottoscritti, al primo posto si piazzano però proprio i prodotti assicurativi: sono infatti presenti nel portafoglio del 57% del campione, con punte del 61% per la clientela private. Seguono i fondi (53%) e solo terzi i bond pubblici (44%). In ambito ESG, nonostante sia salito l’interesse per questo tipo di investimento, cala la quota di chi dice di aver ricevuto una proposta di prodotti della categoria da consulenti e istituti finanziari (dal 54% del 2023 al 42%).
Ritorno alla progettualità e consulenza sono per Sara Galli, business account manager BVA Doxa, un “grande invito” all’industria finanziaria. Secondo l’esperta, è infatti il momento di “farsi carico di un ruolo sociale di presa di coscienza dei cambiamenti e aiutare a far sì che il ‘risparmiare perché non si sa mai’ diventi un ‘risparmiare perché si sogna qualcosa per sé o la famiglia’ o ‘perché si sa che occorre disporre di strumenti per proteggere il futuro e renderlo meno incerto”. Dello stesso parere Paolo Fumo, direttore commerciale di CNP Vita Assicura, secondo cui il settore assicurativo è in questo senso un attore chiave. “L’accresciuta attenzione degli italiani verso la progettualità è un cambiamento significativo di cui dobbiamo tenere conto perché indicativo di un mercato più maturo e consapevole in grado di affrontare le sfide economiche future con maggiore sicurezza”, conclude.
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