Assicurazioni, la Gen AI rivoluzionerà la distribuzione di 6 compagnie su 10
Secondo EY, il settore investirà in questa tecnologia 90 milioni nel 2025 e 140 nel 2026. Trasformando il rapporto con il cliente e i processi interni
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Il discorso pubblico sull’intelligenza artificiale legata al risparmio gestito spesso pecca di vacuità. Matteo Cianfoni, country head Italy di MAN Group, ci tiene invece a concretizzare il discorso attorno allo sviluppo tecnologico. Il country head, in un incontro con la stampa, racconta dell’anima tecnologica di MAN Group insita nella struttura societaria, con particolare riferimento a MAN AHL, il comparto dedicato alle strategie quantitative dell’azienda. L’IA ha quindi, aggiunge Giuliana Bordigoni, director of specialist strategies di MAN AHL, “solidificato i processi quantitativi aiutando i ricercatori e gli specialisti nella costruzione di strategie sempre più efficienti e performanti”.
MAN Group Italia è presente in Italia da oltre 20 anni. Dal 2019 però con un ufficio a Milano e pian piano con una presenza più capillare sul mercato italiano; alla luce anche dell’ultima partnership stipulata con Fideuram – Intesa San Paolo Private Banking con l’acquisizione del 51% di Asteria, società di gestione patrimoniale orientata ai criteri ESG.
Con un patrimonio di 175,7 miliardi di dollari al 31 marzo 2024, di cui 32 miliardi in prodotti UCITS, la società continua il lavoro sul mercato italiano offrendo un know how a doppia corsia: “tecnologia e allocazione discrezionale”, racconta Cianfoni.
Quando Bordigoni afferma che “la tecnologia aiuta a trovare scenari migliori”, Cianfoni chiosa ricordando che la società ha speso “600 milioni di dollari in tecnologia negli ultimi cinque anni per sviluppare tecnologia, entrare in nuovi mercati e sviluppare nuovi segnali”. Non sorprende quindi sapere da Bordigoni che su 1.700 dipendenti, 600 siano destinati a ricerca e innovazione. La ricerca degli esperti del gruppo è affiancata da una intelligenza artificiale molto simile a ChatGpt, fa sapere Bordigoni, ma proprietaria; ciò significa che il software per ovvi motivi di privacy non dialoga con l’esterno ma coadiuva il lavoro degli esperti nell’efficientamento della scrittura del codice, nella ricerca dei dati e delle informazioni.
“Il mind set del comparto AHL è quindi prettamente scientifico” fa sapere Cianfoni, “ed è per questo che le strategie quant sono solitamente molto prudenti e minimizzano l’errore”. I vantaggi, a detta gli esperti, però sono diversi. Prima di tutto diversificazione, ovvero piccole posizioni in un ampio bacino di mercati; “neutralizzazione delle emozioni umane e dei pregiudizi cognitivi dal processo decisionale di investimento”; uso efficiente del cash in portafoglio e liquidità. Quest’ultima utile nell’aggiustamento dinamico delle posizioni in portafoglio.
“Le strategie sistematiche sono adatte “a tutte le stagioni” e, alcune di queste, come il trend-following, hanno dimostrato di fare meglio quando i mercati sono ai minimi”, si legge in una comunicazione della società.
Bordigoni spiega: “la strategia trend-following è alla base del mondo quantitativo e l’idea è semplice: se il mercato sale si compra, se il mercato scende si vende”. Ma, specifica l’esperta, “la parte complicata è capire l’orizzonte temporale su cui questo trend si sviluppa per individuare l’eventuale overating della tendenza, così da poter calmierare il rischio in base alla volatilità del mercato”. Per questo la diversificazione, intesa come posizioni commisurate alla dimensione del mercato e distribuite in diversi mercati, gioca un ruolo fondamentale nelle strategie quantitative assieme alla liquidità del mercato stesso.
Bordigoni rassicura che è qui, nella scelta del segnale migliore, che si nasconde la funzione a pieno appannaggio umano e che l’intelligenza artificiale – per quanto veloce ed efficiente – faticherà a sostituire.
Per ulteriori approfondimenti: Investing.com
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