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Fida ha analizzato i prodotti della categoria venduti ai clienti retail in Italia. Gestione passiva più performante, ma attenzione alle mode. E nei portafogli regnano gli USA
All’ultimo forum AI for Good, che si è tenuto a maggio 2023 nella città svizzera di Ginevra, giornalisti di tutto il mondo si sono ritrovati a dialogare con nove robot umanoidi perfettamente in grado di rispondere alle loro domande. La scena, pensata dagli organizzatori per stupire il pubblico, ha fornito l’ultimo esempio di quanto possa essere disruptive la più discussa tecnologia degli ultimi anni: l’intelligenza artificiale generativa. Anche se la sua adozione è ancora agli inizi, un recente report di McKinsey stima infatti che il potenziale economico di questa innovazione si aggiri tra i 2.600 e 4.400 miliardi di dollari l’anno. Un rivoluzione destinata, in buona sostanza, a trasformare l’economia e con essa anche le strategie di investimento. Ecco, quindi, che FocusRisparmio ha deciso di analizzare i prodotti finanziati dedicati al tema nell’ottica di individuare schemi ricorrenti e indicazioni utili ad affrontare il nuovo contesto.
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Due temi intrecciati. Anche nella finanza
L’intelligenza artificiale e la robotica, pur essendo ambiti separati, sono profondamente interconnessi. Mentre l’IA si dedica alla creazione di algoritmi che imitano il ragionamento umano, la robotica si focalizza sulla realizzazione fisica dei robot. Due discipline la cui fusione porta alla nascita di automi avanzati che non si limitano a svolgere azioni ma sono anche capaci di apprendere e ragionare in maniera analoga agli umani. “L’incorporazione dell’IA nella robotica contemporanea consente alle macchine di adattarsi a nuovi scenari e complessità, accrescendo la loro indipendenza e funzionalità”, ha detto la financial analyst di Fida Monica Zerbinati. Che ha aggiunto: “Si tratta di un connubio cruciale per l’innovazione tecnologica e con il potenziale per rivoluzionare ambiti come l’agricoltura, con droni che sorvegliano i raccolti, e la logistica, con robot che gestiscono autonomamente i magazzini”. Questo rapporto sinergico sta inoltre spianando la strada a nuove prospettive nell’automazione e nell’IA stessa, con la creazione di sistemi intelligenti che possono assumere ruoli di assistenti personali, aiutanti nella cura della persona e collaboratori nell’industria, diventando sempre più autonomi, percettivi e reattivi.
L’universo d’osservazione
A circoscrivere l’universo d’osservazione è stata Fida (Finanza Dati Analisi), società di sviluppo applicazioni software per i servizi finanziari e di distribuzione e analisi di dati nel risparmio gestito, che ha analizzato gli andamenti realizzati fino al 12 dicembre 2023 dagli strumenti interessati (raggruppati in categorie omogenee per politica di investimento e altre caratteristiche quali-quantitative). In base ai dati raccolti, risultano distribuiti in Italia 25 fondi attivi dedicati all’intelligenza artificiale (su un totale di 85) 2o focalizzati sulla robotica (su un totale di 79). Nutrita si dimostra però anche la famiglia dei passivi, con un totale di 6 veicoli quotati su Borsa Italiana per il primo tema e di tre per il secondo.
Passivi più performanti. Ma quanto incidono le mode
Gli indici di categoria calcolati separatamente su fondi attivi ed Exchange Traded Funds evidenziano in primo luogo una apprezzabile sovraperformance ottenuta dalla gestione passiva, in parte imputabile ai minori costi di gestione m anche un vantaggio competitivo dei prodotti con politiche più generaliste rispetto a quelli focalizzati su nicchie di mercato o sotto-settori specifici. Non solo. Secondo Monica Zerbinati, financial analyst della società, un altro elemento interessante emerge dalla storicizzazione delle performance, dei volumi e dal confronto su più orizzonti temporali: “Si tratta di temi di investimento che vivono alterne fortune e che risultano fortemente influenzati dalle mode nonché dalle notizie di cronaca, in quanto queste hanno un forte impatto sulle quotazioni e sulle movimentazioni dei capitali”.
E il portafoglio guarda sempre più agli Usa
In entrambe le categorie si nota una ridotta disclosure sulla composizione dei fondi, per i quali non sono sempre disponibili i breakdown dei portafogli. Dove possibile”, sottolinea ancora Zerbinati, si rileva una netta sovraesposizione al mercato statunitense: “Titoli come Nvidia, Tesla e Amazon sono presenti in quasi tutte le top ten disponibili dei prodotti focalizzati sulla AI mentre le azioni di Alphabet e Siemens fanno la loro puntuale comparsa nella maggior parte dei veicoli incentrati sul tema Robotics”.
Le classifiche
Tra i primi cinque fondi attivi specializzati in intelligenza artificiale, spicca l’accoppiata Franklin Templeton–Dws. La casa di gestione Usa detiene la testa della classifica grazie a un prodotto capace di rendere il 13,57% nei primi quattro mesi dell’anno mentre la rivale tedesca conquista il secondo posto con un 13,36%. Da notare come proprio l’asset manager teutonico rappresenti una delle poche eccezioni in termini anagrafici, con due terzi degli strumenti in esame di così recente costituzione da disporre solo della performance year-to-date: un dato che conferma come il tema, specie in chiave finanziaria, sia esploso nel corso degli ultimi 12 mesi. Sul terzo gradino del podio si posiziona M&G Investments, con un fondo azionario globale ad alta convinzione pensato per intercettare i titoli delle società che più potranno beneficare del trend secolare a livello di fondamentali: nello specifico, si tratta di un prodotto destinato a sviluppare un approccio aggressivo su un portafoglio di massimo 60 firme attive nei settori più disparati (automotive, healthcare, manifattura, agricoltura, finanza).
Con un trackrecord maggiore si presenta invece la classifica relativa alla robotica, in cui a farla da padrona è Candriam: il fondo della casa di gestione vanta infatti un rendimento dell’11,84% da inizio. Seguono Pictet e Axa, con due prodotti incentrati specificamente sul tema e che hanno reso rispettivamente il 10,8% e l’8,7%. A chiudere la classifica c’è Natixis, il cui fondo ha registrano -7,46% da gennaio ma a fronte della migliore performance sui tre anni: +29,58%.
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