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Muzinich, gestore patrimoniale Usa specialista dell’asset class, prevede un nuovo anno all’insegna dell’obbligazionario puntando su credito di alta qualità e approccio flessibile. Le valutazioni offriranno un buon punto di ingresso ma resta l’incognita delle banche centrali
A fronte di movimenti significativi nel 2022, i mercati del credito si preparano a offrire un carry interessante con prospettive di excess return positive nel 2023. È la previsione formulata dal gestore patrimoniale americano Muzinich, che nel suo ultimo Outlook ipotizza il ritorno in auge dell’obbligazionario sia pubblico sia privato. Cinque, in particolare, gli aspetti su cui si focalizza lo studio della società, che è stato firmato da Erick Muller, direttore Strategia di prodotto e d’investimento nonché co-responsabile del gruppo di Asset Allocation, insieme a Tatjana Greil Castro, portfolio manager e co-responsabile dei Mercati Pubblici, e a Michael McEachern, portfolio Manager, co-responsabile dei Mercati Pubblici e del Gruppo di Asset Allocation.
Credito di alta qualità: una scelta prudente
In vista di un periodo di debolezza economica, concentrarsi su crediti di maggior qualità viene vista come soluzione preferibile per intercettare combinazioni di rischio-rendimento interessanti. Nei mercati emergenti, Muzinich prevede che gli investitori saranno ricompensati dal premio di spread aggiuntivo rispetto al credito statunitense di pari qualità. Nell’ambito dell’high yield, il focus della società è sui segmenti dal merito creditizio superiore rispetto ai rating BB e B forte. Visti i movimenti estremi del 2022, questa asset class è ora ben isolata da ulteriori movimenti significativi degli spread. Per il mercato statunitense BB-B, l’attuale differenziale 380 punti base deve aumentare di 190 punti base per annullare il rendimento totale atteso nei prossimi 12 mesi se i tassi dei titoli di Stato rimangono invariati.
Anche gli ibridi e i finanziari subordinati, che nel 2022 hanno sottoperformato, offriranno per Muzinich opportunità di reinvestimento. Specie in Europa. Nonostante i rialzi dei tassi rischino di proseguire, l’asset manager americano ritiene che questi strumenti offrano una convessità interessante rispetto ai rischi di ribasso ora limitati e alla minore volatilità prevista per il futuro. Con il debito senior ben ancorato all’investment grade, strumenti del genere risulteranno meno esposti a potenziali delusioni macro.
Spread del mercato obbligazionario
Approccio flessibile all’asset allocation
Lo spettro di una recessione influisce anche sull’asset allocation. Muzinich ritiene siano preferibili i settori difensivi come telecomunicazioni e sanità. Per la società, un approccio più selettivo va invece adottato nei confronti dei ciclici, puntando su crediti che offrono valore, flussi di cassa e capacità di migliorare il bilancio in caso di deterioramento della situazione economica. Meglio dunque evitare i comparti legati ai consumi discrezionali o all’immobiliare, anche se quest’ultimo potrebbe offrire opportunità quando il risanamento dei bilanci diventerà una priorità.
Le valutazioni offrono un buon punto di ingresso
Dopo una significativa svendita nel 2022, le valutazioni del mercato del credito rispetto ai rendimenti azionari storici e prospettici sono tornate a livelli competitivi, in particolare nel caso delle obbligazioni denominate in euro. Per Muzinich, questo fattore consentirà ai rendimenti di fare da scudo contro la volatilità futura dei mercati. Guardando al futuro, il gestore basato a New York prevede che i rendimenti dei dividendi azionari saranno probabilmente una frazione di quelli del credito. I rendimenti dell’investment grade (Stati Uniti o Europa) possono essere il doppio del rendimento da dividendo mentre l’high yield potrebbe diventare fino a quattro volte superiore. Pertanto, la stima è che i mercati del credito saranno supportati dalle decisioni di allocazione degli investitori già dai primi mesi del 2023.
Rendimenti obbligazionari più attrattivi dei dividendi azionari
Tassi di default sovradimensionati
Anche se è probabile che i default aumentino, Muzinich ritiene sia difficile che raggiungano i massimi delle recessioni passate o i livelli attualmente impliciti nel mercato. Secondo le elaborazioni della casa di gestione, infatti, anche se le insolvenze probabilmente aumenteranno, questo ciclo di deafult dovrebbe mostrarsi più moderato.
Il ruolo di inflazione e tassi
La decelerazione dell’inflazione è una priorità monetaria e politica per il 2023. Le prime regioni che vedranno i prezzi convergere verso l’obiettivo saranno infatti le prime a ottenere benefici macro, attirando dunque i flussi di capitale internazionali. Sotto questo profilo, Muzinich è convinta che occorra un ulteriore e sostenuto calo del carovita affinché le banche centrali possano allentare la morsa. In questo senso, la riunione di dicembre ha confermato che il Federal Open Market Committee intende aumentare i tassi almeno al 5% entro luglio e mantenerli alti per un po’. Per la Banca Centrale Europea potrebbe essere più difficile “fissare” le aspettative poiché l’inflazione non ha ancora raggiunto un picco convincente. La riunione di dicembre dell’Eurotower ha trasmesso un messaggio da falco che ben si allinea all’opinione di Munizich, secondo cui il tasso di deposito potrebbe raggiungere il 3% entro la metà del secondo trimestre: è solo allora che Francoforte potrà sentirsi a proprio agio nell’assumere un atteggiamento wait and see nei confronti dell’inflazione e di possibili tagli al costo del denaro. Se il livello massimo di inflazione dovesse confermarsi nell’intorno del picco di luglio-settembre, il top dei rendimenti del mercato obbligazionario di ottobre 2022 potrebbe costituire per gli investitori il punto di riferimento per l’anno appena iniziato. Ciò contribuirà a ridurre la volatilità vissuta dell’asset class e porre le basi per afflussi sostenuti.
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