La banca centrale lascia invariato il costo del denaro e rivede al rialzo le previsioni sul Pil. Powell conferma la tabella di marcia dell’allentamento ma avverte: inflazione ancora troppo alta
Tassi fermi e tre tagli in programma nel 2024. La Federal Reserve americana non ha cambiato la tabella di marcia per quest’anno, come alcuni temevano, e Wall Street ha tirato un sospiro di sollievo segnando un nuovo record: il Dow Jones ha chiuso in rialzo dell’1,03%, il Nasdaq è salito dell’1,25% e l’S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,89% superando per la prima volta quota 5.200 punti. Al termine della due giorni di riunione, l’istituto centrale ha però evidenziato che l’inflazione non sta calando al ritmo previsto e che rimane ancora “troppo elevata”. Un trend che, unito alla resilienza dell’economia a stelle e strisce, ha portato i governatori a ridurre da tre a due le sforbiciate previste per il 2025.
In concreto, quindi, i fed funds restano attualmente in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%, il livello massimo dal 2001 cui sono stati portati a luglio scorso. Poi, stando al dot plot (il grafico a punti con le previsioni dei membri Fomc), entro fine anno caleranno di 75 punti base, al 4,5-4,75%. Successivamente, nel 2025, chiuderanno al 3,75-4% grazie ad altre tre riduzioni (non quattro come indicato a dicembre), stesso numero di tagli previsti per il 2026 quando si attesteranno al 3-3,25%. Infine, la Fed stima altre due sforbiciate nei mesi successivi, finché il costo del denaro non arriverà intorno al 2,6%: quello che l’istituto considera il “tasso di equilibrio” e che è leggermente più alto di prima.
Crescita rivista al rialzo, più lento il calo dell’inflazione
I banchieri centrali hanno poi rivisto lievemente al rialzo le previsioni di crescita dell’economia Usa, che per quest’anno si attestano al 2,1% dal precedente 1,4%. Per il prossimo e quello successivo la stima è di un’espansione del 2%, contro l’1,8% e il 2% calcolati a dicembre. L’inflazione è invece vista ripiegare un po’ più lentamente: al 2,4% nel 2024, al 2,2% nel 2025 (dal 2,1% di dicembre) e al target del 2% solo nel 2026. Quella core è attesa quest’anno al 2,6% (dal 2,4%), al 2,2% il prossimo e al 2% per quello successivo. Il tasso di disoccupazione nei tre anni si attesterà rispettivamente al 4%, al 4,1% e al 4%.
Powell conferma i tagli ma avverte: “Outlook incerto”
Jerome Powell, presidente della Fed
“Taglieremo i tassi a un certo punto, nel corso dell’anno, ma l’outlook è incerto e restiamo vigili sui rischi”, ha spiegato in conferenza stampa il presidente Jerome Powell. Ribadendo che la Fed ha però bisogno “di maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione stia calando” prima di ridurre il costo del denaro e che è pronta “a tenere i tassi alti a lungo, se necessario”. Il governatore ha poi tranquillizzato i mercati, preoccupati che i dati sui prezzi di gennaio e febbraio, superiori alle attese, potessero spingere il Fomc a rivedere il percorso di allentamento. “Non hanno davvero cambiato la situazione complessiva”, ha scandito. Ha inoltre evidenziato come l’istituto sia ben consapevole di quanto risulti “accidentata” la strada per riportare il carovita all’obiettivo. Infine, Powell ha precisato che la Fed rallenterà “molto presto” la riduzione del volume degli attivi in bilancio, fino ad arrivare a detenere solo titoli del Tesoro.
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