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Buste paga e disoccupazione di novembre confermano che il mercato del lavoro Usa è solido e in progressivo rallentamento. Per gli investitori una riduzione natalizia di 25 punti base è praticamente scontata
Negli Stati Uniti il mercato del lavoro si conferma solido e in progressivo rallentamento. Dopo il risultato di ottobre, gravato da uragani e scioperi, a novembre sono stati creati 227 mila nuovi posti, poco oltre le attese, mentre la disoccupazione è salita al 4,2%. I dati confermano quanto detto pochi giorni fa dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha ribadito la forza dell’economia a stelle e strisce e quindi l’intenzione di procedere cautamente con la normalizzazione monetaria, ma non cambiano lo scenario di base per l’ultima riunione dell’anno. Secondo gli investitori un mini taglio è praticamente scontato il prossimo 18 dicembre, mentre successivamente il Fomc potrebbe oprare per una pausa fino a marzo. Subito dopo la pubblicazione del job report, infatti, il FedWatch Tool del Cme Group segnala che le probabilità di una riduzione pre-natalizia di 25 punti base sono salite al 91%, contro il 71% della vigilia.
Mercato del lavoro solido ma in raffreddamento
Secondo il Bureau of Labor Statistics, il mese scorso il numero dei posti di lavoro non agricoli è cresciuto di 227 mila unità, dopo l’incremento di 36 mila unità registrato a ottobre (dato rivisto al rialzo dalle 12 mila unità precedenti). Gli analisti si aspettavano un incremento pari a 214 mila. La disoccupazione è invece cresciuta dal 4,1% al 4,2%, sostanzialmente in linea con le previsioni, mentre i salari orari medi hanno lievemente superato il consensus, aumentando di 13 centesimi, pari allo 0,37% su base mensile e al 4% rispetto a un anno fa. Tutti dati, insomma, coerenti con un mercato del lavoro sano ma in raffreddamento. Da sottolineare poi che, vista l’instabilità delle ultime rilevazioni dovuta a fattori contingenti, per avere una migliore comprensione del trend gli economisti stanno preferendo tenere d’occhio la crescita delle buste paga negli ultimi tre mesi, che è stata in media di 173 mila unità.
Nuovo taglio dei tassi a dicembre
La Fed ha abbassato i tassi di interesse di 75 punti base da settembre, quando ha avviato il suo ciclo di allentamento. Attualmente però, con l’economia che continua a espandersi a un ritmo sano, l’inflazione che si è fermata al di sopra dell’obiettivo del 2% e l’incertezza politica della nuova amministrazione Donald Trump, le prospettive future dei tassi si sono fatte più incerte. Gli investitori al momento scommettono su altri due tagli nel 2025, ma non ne escludono un terzo entro la fine dell’anno. Intanto gli occhi sono puntati su mercoledì, quando verranno pubblicati i dati sull’inflazione di novembre, dopo che il Pce core, la misura dei prezzi preferita della Fed, ha confermato le attese a ottobre segnando un aumento mensile dello 0,3% e un’accelerazione su base annua dal 2,7% al 2,8%.
Second Adam Hetts, global head of multi-asset di Janus Henderson, l’aumento dei lavoratori dipendenti di novembre ha comportato alcune inversioni di tendenza rispetto al mese precedente. “Questo grande rimbalzo rispetto alla lettura fuorviante di ottobre è in realtà abbastanza equilibrato e dovrebbe alleviare alcune preoccupazioni economiche, oltre a mantenere le aspettative di taglio dei tassi del 18 dicembre”, afferma. Per l’esperto, infatti, “la tendenza di un mercato del lavoro in lento rallentamento continua a incoraggiare le riduzioni del costo del denaro, pur non minacciando eccessivamente l’economia di fine ciclo”.
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