Covered bond, S&P vede le emissioni europee in calo a 140 miliardi nel 2025
Nonostante i tassi in calo, l’agenzia stima maggiore incertezza per l’asset class. Ma l’outlook resta stabile grazie a una serie di fattori
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Per la Federal Reserve il taglio dei tassi si fa più lontano. A maggio, la crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti si è infatti rivelata molto più forte del previsto, gelando le scommesse dei mercati su una possibile sforbiciata a luglio e facendo prevedere che la banca centrale USA non si muoverà almeno fino all’autunno. Subito dopo la pubblicazione del report Bureau of Labor Statistics, infatti, le probabilità di una mossa a settembre sono scese dal 70% al 55%, mentre quelle di un primo intervento a dicembre sono salite al 38% dal 26%. Inoltre, la riduzione complessiva prevista per il 2024 è calata da 48 punti base a meno di 40.
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Stando al Dipartimento del Lavoro USA, il mese scorso nei settori non agricoli sono stati creati 272.000 posti di lavoro rispetto ad aprile, ben oltre i 190.000 attesi dagli analisti. Intanto, il tasso di disoccupazione è salito al 4,0% dal 3,9% di aprile, superando una soglia simbolica mai più toccata da 27 mesi a questa parte. I salari orari medi sono poi cresciuti di 14 centesimi, lo 0,40%, a 34,91 dollari, mentre rispetto a un anno fa l’incremento è stato del 4,08%. Infine, il dato dei nuovi occupati di aprile è stato rivisto da 175.000 a 165.000, quello di marzo da 315.000 a 310.000, per un totale di 15.000 posti di lavoro in meno rispetto a quanto comunicato lo scorso mese.
Posti di lavoro e salari in aumento segnalano insomma un mercato del lavoro in salute, che continua a gelare le aspettative e ad attenuare l’impatto degli alti tassi d’interesse sull’economia e sui prezzi a stelle e strisce. Nonostante la disoccupazione sia risultata in crescita, tale scenario rischia infatti di sostenere le pressioni inflazionistiche, rafforzando l’atteggiamento cauto di Jerome Powell e colleghi.
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“È un rapporto molto ostile alla FED, ostile all’allentamento”, ha commentato Jay Bryson, capo economista della Wells Fargo & Co a Bloomberg. Secondo l’esperto, “questo dato preso da solo rende probabile che la banca centrale USA rimanga in attesa per i prossimi mesi”. “La FED interpreterà l’aumento dei salari come un segnale che può ancora concentrarsi direttamente sull’inflazione senza preoccuparsi troppo della crescita”, gli ha fatto eco Brian Jacobsen, capo economista di Annex Wealth Management, sentito da Reuters.
Si tratta comunque di uno degli ultimi importanti dati macroeconomici che i funzionari Fomc vedranno prima del meeting del 18-19 giugno, quando si prevede che manterranno i tassi ancora fermi ai massimi da due decenni. Mercoledì, proprio nel mezzo della due giorni di riunione, verrà pubblicato l’IPC di maggio, anche questo strettamente monitorato da banchieri centrali e mercati.
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