A maggio i posti di lavoro sono aumentati ben oltre le attese. Su anche i salari. Per gli operatori calano le probabilità di un taglio a settembre
Per la Federal Reserve il taglio dei tassi si fa più lontano. A maggio, la crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti si è infatti rivelata molto più forte del previsto, gelando le scommesse dei mercati su una possibile sforbiciata a luglio e facendo prevedere che la banca centrale USA non si muoverà almeno fino all’autunno. Subito dopo la pubblicazione del report Bureau of Labor Statistics, infatti, le probabilità di una mossa a settembre sono scese dal 70% al 55%, mentre quelle di un primo intervento a dicembre sono salite al 38% dal 26%. Inoltre, la riduzione complessiva prevista per il 2024 è calata da 48 punti base a meno di 40.
Stando al Dipartimento del Lavoro USA, il mese scorso nei settori non agricoli sono stati creati 272.000 posti di lavoro rispetto ad aprile, ben oltre i 190.000 attesi dagli analisti. Intanto, il tasso di disoccupazione è salito al 4,0% dal 3,9% di aprile, superando una soglia simbolica mai più toccata da 27 mesi a questa parte. I salari orari medi sono poi cresciuti di 14 centesimi, lo 0,40%, a 34,91 dollari, mentre rispetto a un anno fa l’incremento è stato del 4,08%. Infine, il dato dei nuovi occupati di aprile è stato rivisto da 175.000 a 165.000, quello di marzo da 315.000 a 310.000, per un totale di 15.000 posti di lavoro in meno rispetto a quanto comunicato lo scorso mese.
Posti di lavoro e salari in aumento segnalano insomma un mercato del lavoro in salute, che continua a gelare le aspettative e ad attenuare l’impatto degli alti tassi d’interesse sull’economia e sui prezzi a stelle e strisce. Nonostante la disoccupazione sia risultata in crescita, tale scenario rischia infatti di sostenere le pressioni inflazionistiche, rafforzando l’atteggiamento cauto di Jerome Powell e colleghi.
Jay Bryson, capo economista della Wells Fargo & Co
“È un rapporto molto ostile alla FED, ostile all’allentamento”, ha commentato Jay Bryson, capo economista della Wells Fargo & Co a Bloomberg. Secondo l’esperto, “questo dato preso da solo rende probabile che la banca centrale USA rimanga in attesa per i prossimi mesi”. “La FED interpreterà l’aumento dei salari come un segnale che può ancora concentrarsi direttamente sull’inflazione senza preoccuparsi troppo della crescita”, gli ha fatto eco Brian Jacobsen, capo economista di Annex Wealth Management, sentito da Reuters.
Si tratta comunque di uno degli ultimi importanti dati macroeconomici che i funzionari Fomc vedranno prima del meeting del 18-19 giugno, quando si prevede che manterranno i tassi ancora fermi ai massimi da due decenni. Mercoledì, proprio nel mezzo della due giorni di riunione, verrà pubblicato l’IPC di maggio, anche questo strettamente monitorato da banchieri centrali e mercati.
Sui mercati la tensione è tornata alle stelle. Per gli analisti, un allargamento del conflitto rischia infatti di alimentare uno shock energetico e finanziario globale. Ecco i possibili scenari
Il ceo di J.P. Morgan torna a mettere in guardia su un deterioramento dell’economia americana. Uno scenario cui contribuiscono stimoli pandemici in esaurimento, minore immigrazione e politica monetaria restrittiva rende il sistema vulnerabile a una recessione nei prossimi mesi
Volatilità, Fed orientata a un solo taglio e valutazioni scontate spingono la casa di gestione a guardare oltre gli USA. Per l'equity, è rotta sul Vecchio Continente. Occasioni dal reddito fisso negli emergenti. E sullo sviluppo del business Villani detta la linea: “Italia mercato cruciale”
Ad aprile la crescita si è contratta dello 0,3%, oltre le attese. Gli analisti si aspettano la prossima riduzione dei tassi ad agosto e un'altra probabilmente a novembre. Riflettori puntati sulla spending review di Reeves
A partire dal contributo di FIDA, FocusRisparmio ha analizzato le performance fondi di categoria distribuiti in Italia per stilare una classifica e cercare di fornire una soluzione all’annoso dilemma
Nel Secular Outlook 2025 l’asset manager statunitense individua le forze destinate a ridefinire l’economia globale: tra queste il multipolarismo geopolitico, un’inflazione più persistente e la compressione dello spazio della politica fiscale. Come adattare i portafogli
L’indice dei prezzi al consumo si ferma al +2,4%, meno di quanto previsto dagli analisti. In frenata anche il dato core. Per gli asset manager, salgono le probabilità di una sforbiciata ai tassi. Ma non sarà prima di settembre. E attenzione all’incognita dazi
La strategia di allocazione tattica della banca prevede un posizionamento neutrale su azioni e obbligazioni, con un sovrappeso per il settore immobiliare quotato
Scenari Immobiliari: nel 2024 superati i 4.800 miliardi di euro a livello globale (+3,4%), 1.650 miliardi in Europa (+3,1%). E nel 2025 la corsa continuerà. Nel nostro Paese 675 i fondi attivi
Il country head dell’asset manager d’Oltralpe specializzato in titoli del settore finance detta le direttrici della crescita nella Penisola dopo l’apertura della prima branch milanese. Dal senior debt agli AT1 fino al risiko, ecco dove punta la bussola. "Dazi? Il settore ne beneficerà"
Lo State Street Risk Appetite Index è risalito ai massimi da febbraio. Merito del rinvio dei dazi. Giù l’interesse per gli asset UE, su per quelli USA. Ma il Btp resiste, mentre da dollaro e Treasury è ancora fuga
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio