4 min
Per gli addetti ai lavori, i nuovi strumenti apriranno agli istituzionali il mondo cripto, cambiandolo in meglio. E faranno correre il prezzo della valuta. Intanto, è partita la corsa alle quote di mercato
Che si tratti di una svolta per l’universo degli asset digitali, e non solo, sono tutti d’accordo. La Security Exchange Commission, l’autorità che vigila sulla Borsa statunitense, ha infatti autorizzato undici istituzioni finanziarie, tra cui colossi come BlackRock, Fidelity e la Ark Investment di Cathie Wood, a lanciare i primi Etf su Bitcoin. Un via libera destinato, secondo tutti gli operatori, ad attirare l’interesse da parte degli investitori istituzionali, finora scettici nei confronti del mondo cripto, e a cambiare in meglio le dinamiche di questo mercato. Oltre che a influire positivamente sul prezzo della creatura di Satoshi Nakamoto.
📰 Leggi anche “Un Etf spot Bitcoin a marchio “Ue”: è “alternativo” e targato Jacobi Am“
L’arrivo degli investitori istituzionali
Eric Demuth, co-founder e ceo di Bitpanda, non ha dubbi: al di là dei motivi che hanno spinto la Consob americana, l’approvazione di un Etf Bitcoin Spot rappresenta un’enorme pietra miliare. “Molti investitori istituzionali non potevano finora operare nel settore delle criptovalute all’interno del loro quadro normativo, dovendo investire in prodotti finanziari tradizionali. Gli strumenti resi disponibili saranno importanti per le istituzioni e le principali banche Usa”, afferma. La sua previsione è che il capitale a lungo termine degli istituzionali confluirà nel mercato delle valute digitali, cambiando radicalmente il settore e incoraggiando un’adozione di massa di criptoasset negli Stati Uniti. “Questo è il prossimo passo verso la finanza mainstream. La criptovaluta è qui per restare”, osserva.
Dello stesso parere Luciano Serra, country manager Italia di Boerse Stuttgart Digital, secondo cui il disco verde della Sec rappresenta anche un passo verso la fase di maturità del bitcoin e delle monete virtuali, contribuendo a ridurne la volatilità. “In sostanza, la legittimità degli asset digitali ne uscirà rafforzata e affermata, in quanto ne semplifica l’acquisto e la gestione fiscale, portando indirettamente il bitcoin nel portafoglio di molti investitori tradizionali, sia istituzionali che retail”, afferma l’esperto. E a suo parere, siamo davanti a un’importante svolta verso la convergenza tra finanza tradizionale e digitale.
📰 Leggi anche “Megatrend e tecnologia: così gli Etf preparano il decollo“
Le conseguenze sul prezzo
Altro argomento cruciale è il potenziale impatto sul prezzo del bitcoin. A detta di Demuth, gran parte delle aspettative sull’approvazione dell’Etf sono già state prezzate ed è probabile che si assista a un evento ‘sell the news’ dopo un breve rialzo. A lungo termine, però, la maggiore liquidità e il volume più elevato porteranno a un aumento delle quotazioni e potrebbero anche contribuire a ridurre la volatilità. “La liquidità aggiuntiva nel sistema proveniente dagli Stati Uniti, insieme ad altri fattori come l’imminente dimezzamento della valuta digitale in aprile o un possibile calo dei tassi di interesse di riferimento, potrebbe portare a un prezzo a sei cifre nel lungo termine”, sostiene. Senza escludere la possibilità che venga superata la soglia dei 100mila dollari già nel 2024.
Secondo André Dragosch, head of research di Etc Group, un buon punto di partenza per capire cosa accadrà alle quotazioni della regina cripto è guardare alla sua sensibilità nei confronti dei flussi di Exchange traded product. “I dati degli ultimi sei mesi indicano che le variazioni dei flussi globali degli Etp sul bitcoin sono state in grado di spiegare circa il 20% delle oscillazioni di valore”, afferma. Inoltre, la sensibilità della criptovaluta a queste dinamiche è stata di circa 6,75. Cosa che, per Dragosch, suggerisce come un aumento dell’1% degli AuM globali sia stato mediamente associato a una performance settimanale del +6,75%. “Un numero molto significativo”, commenta.
L’esperto prosegue evidenziando che l’ammontare aggregato di masse degli Etf negli Stati Uniti si aggira intorno ai 7.627 miliardi di dollari, di cui 6.013 miliardi di dollari investiti in attività di rischio. “Nell’ipotesi che il 20% degli investitori prenda in considerazione un investimento di questo tipo e destini il 3% del proprio gestito al bitcoin”, analizza Dragosch, “i nuovi capitali a entrare nel segmento varrebbero circa 36,1 miliardi di dollari”. Il mercato globale degli Etp sulla criptovaluta ammontava a fine 2023 a 41,3 miliardi: un tale afflusso implicherebbe un aumento di circa l’87% degli AuM. “Se si ipotizzasse una sensibilità ai prezzi mediamente di uno a uno, si tratterebbe di un impatto potenziale sui prezzi dell’87% nel medio termine. E si tenga presente che questo è probabilmente un numero conservativo”, spiega ancora lo specialista. Precisando che a volte altri fattori non osservati si rivelano più importanti e che, in ogni caso, questa quantità di capitale non arriverà da un giorno all’altro ma ci vorranno molti mesi prima che inizi la migrazione verso questi nuovi Etf.
La corsa alle quote di mercato
Altra certezza, infine, è che la decisione Sec avvierà un’intensa competizione tra i diversi emittenti per accaparrarsi quote di mercato. Gli analisti di Bernstein stimano che i flussi dei nuovi prodotti aumenteranno gradualmente fino a superare i dieci miliardi di dollari nel 2024. E potrebbero toccare quota 80 miliardi entro la fine del prossimo anno. Dal momento che tutti gli Etf che replicano il prezzo di un asset sono progettati per offrire lo stesso rendimento agli investitori, saranno le commissioni a fare la differenza. In molti le hanno già abbassate, portandole ben al di sotto dello standard del settore degli Etf statunitensi. Quelle rese note finora arrivano fino allo 0,2% e alcuni emittenti hanno deciso di azzerarle per un periodo o per determinati importi.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.