L’Authority indica la via per un maggior coinvolgimento delle famiglie a supporto dell’economia reale. Per le imprese, specie le Pmi, un’opportunità per diversificare i canali di funding
“Gli investitori al dettaglio e l’industria dell’asset management sono i pilatri su cui dovrà poggiare l’intero impianto della futura Capital Markets Union (Cmu)”. Sono le parole pronunciate dal presidente dell’Autorità europea dei mercati e degli strumenti finanziari (Esma) Steven Maijoor nel corso del ‘Irish Funds Annual Conference 2020’, l’assemblea annuale dell’industria del risparmio gestito irlandese, quest’anno in versione digitale.
Il cantiere Cmu e l’economia reale
Nel suo discorso, Maijoor si è concentrato sulla centralità delle famiglie all’interno del progetto di un mercato dei capitali integrato a livello europeo. “Non basta promuovere l’armonizzazione delle regole ma è necessario incoraggiare una maggior partecipazione delle famiglie e degli investitori retail nel mercato”.
“Guardate agli Stati Uniti”, dice il numero uno Esma, “dove il 45% delle famiglie detiene fondi comuni di investimento. Esiste un forte legame fra mercati liquidi e profondi e la partecipazione dei piccoli investitori”.
In Europa il quadro è molto meno lineare. Se in media le famiglie detengono il 10% della loro ricchezza finanziaria investita in quote di fondi comuni, a livello nazionale i dati sono molto volatili: si va dal meno dell’1% di Irlanda, Estonia e Lettonia, a circa il 16% in Belgio. Lo stesso vale per altri tipi di strumento come conti, libretti, azioni e obbligazioni.
“Temi come la protezione e la trasparenza verso gli investitori, l’alfabetizzazione finanziaria e il rafforzamento del ruolo delle pensioni private sono le basi su cui fondare il mercato dei capitali integrato che tutti auspichiamo”, chiosa Maijoor.
L’impegno degli organi comunitari sul dossier Cmu è stato ribadito anche da Irene Tinagli, Presidente commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (Econ), intervenuta all’evento “R-Evolution: il fattore ‘R’ a sostegno del mondo post-Covid” organizzato da Assogestioni: “Un aspetto fondamentale del nostro lavoro è dedicato alla creazione di un mercato dei capitali europeo più integrato, più efficiente e più fluido, un traguardo fondamentale per il rilancio dell’economia reale nel periodo post-Covid”.
Ed è orientata al supporto verso l’economia reale anche la visione degli asset manager: Alberto Gallo, gestore del fondo Algebris global credit opportunities – contattato da FocusRisparmio – accoglie con favore la creazione di un framework legale che consenta un accesso omogeneo ed efficiente ai mercati finanziari per tutti gli investitori europei.
“Oggi non si può parlare di mercato unico ma di più mercati finanziari frammentati, con significative differenze legali e operative”, osserva Gallo. “Cmu servirà anche a ridurre la corporate inequality che vediamo oggi – spiega il fund manager –. Viviamo in un contesto ‘Winner takes all’, cioè dove le aziende grandi si finanziano sul mercato a tassi bassissimi mentre le Pmi non riescono a sopravvivere a causa di un costo del capitale troppo elevato”.
“Siamo molto indietro rispetto a un mercato evoluto come quello degli Usa” ammette Gallo. Di cosa c’è (o non c’è) bisogno? “Meno banche – quindi consolidamento del settore – e più alternative di finanziamento per le società, in particolar modo le Pmi”, suggerisce Gallo, “dobbiamo fare in modo che le imprese cambino il modo di fare funding, rivolgendosi sempre meno alle banche e sempre più al mercato dei capitali”.
Al via il ciclo di conferenze online di Assogestioni-FocusRisparmio per raccontare una rivoluzione che interessa il nostro modo di vivere, di risparmiare, di stare in società come cittadini che investono nel futuro personale e del Paese
Andrea Ghidoni, Amministratore Delegato di UBI Pramerica SGR, è ai microfoni di Focus Risparmio. Al centro dell'intervista ci sono la globalizzazione, "una delle principali sfide per l'industria", e la Capital Markets Union che "può rappresentare una grande opportunità".
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