Mercati, operatori più ottimisti: ecco cosa si aspettano dal 2025
Sondaggio Assiom Forex: Borse attese in rialzo da qui a sei mesi. La BCE taglierà altre quattro volte, ma la cautela della Fed peserà sull’euro. Lo spread BTP-Bund? Sotto quota 150
4 min
Erano quasi le 6 del mattino a Mosca quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato in tv l’attacco all’Ucraina. In contemporanea alle bombe su Kiev, Odessa e Kharvik, è scoppiato immediato anche il panico sui mercati, con gli indici in profondo rosso e le materie prime, gas in testa, in netto rialzo insieme ai beni rifugio.
Il prezzo più alto lo paga la Borsa di Mosca. Dopo aver sospeso tutti gli scambi, il listino russo è arrivato a perdere anche il 45%, salvo poi risalire a -33%, chiudere con 180 miliardi di capitalizzazione in fumo e vedere letteralmente frantumate le quotazioni dei grandi gruppi a partecipazione statale, come Gazprom, Rosneft e Lukoil. Il bond a 10 anni di Mosca ha segnato un rendimento in crescita di oltre 400 punti al 15,2%, mentre quello di Kiev è schizzato di ben 778 ‘basis point’ a un tasso finale del 22,1%. Molto male anche per il rublo, che ha perso oltre il 5% contro l’euro e quasi il 7% rispetto al dollaro.
Giornata nerissima nel resto d’Europa, con l’indice Stoxx 600, che cede in chiusura il 3,27%, bruciando 331 miliardi. Nel dettaglio, Francoforte ha segnato un calo del 3,96%, Parigi è arretrata del 3,83% mentre Londra ha perso il 3,88%. La peggiore è Milano che ha lasciato sul terreno il 4,15% a 24.877 punti. Per il Ftse All Share il calo è stato del 4,05%, pari a una capitalizzazione bruciata sull’intero listino di oltre 30 miliardi. A sprofondare sono state in primis le banche, a partire da Unicredit, la più esposta in Russia (-13,49%). Lo spread Btp-Bund è invece sceso grazie ai segnali che la Bce potrebbe ora rallentare il percorso di uscita dai programmi di sostengo all’economia.
Diversa la seduta a Wall Street dove, dopo un avvio in forte calo, i listini hanno recuperato e chiuso in rialzo. Merito delle parole di Joe Biden che al termine del G7 ha annunciato l’accordo “per portare avanti ulteriori sanzioni alla Russia, che saranno devastanti”. Il Dow Jones è salito dello 0,28% a 33.222,88 punti, il Nasdaq del 3,35% a 13.473,59 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dell’1,54% a 4.290,90 punti.
Seduta in calo per i listini dell’area Asia-pacifico, che si sono portati ai minimi dal 2020. Il Nikkei della Borsa di Tokyo ha ceduto l’1,81% a 25.970,82 punti, mentre il Topix ha lasciato sul terreno l’1,25% a 1.857,58. Ancora peggio Hong Kong che ha perso il 3,2% in chiusura, mentre Shenzhen il 2,2%. Sydney ha chiuso in ribasso del 3%.
S’impenna il gas sul mercato di Amsterdam, benchmark del metano per l’Europa continentale: il prezzo, dopo picchi anche maggiori in corso di giornata, ha concluso con un balzo del 51% a 134 euro al Megawattora.
Molto meno forte la corsa del petrolio, che in chiusura di seduta a New York si muove in rialzo attorno al 4% sui 96 dollari al barile, mentre il brent europeo resta oltre quota 100. In forte ascesa il prezzo dell’alluminio sul mercato di Londra. Le quotazioni hanno superato il picco del 2008 e si sono avvicinate alla soglia di 3.400 dollari a tonnellata arrivando a 3.388 dollari.
Stesso discorso per i beni rifugio. L’oro sale ai massimi da un anno, a 1.925 dollari l’oncia, per poi tornare attorno alla parità sui 1.930 dollari all’oncia. Gli investitori stanno anche comprando yen e T bond Usa, il cui rendimento è sceso, mentre è sotto pressione l’euro. In rialzo l’argento, sopra i 25 dollari l’oncia, e il platino. Crolla il bitcoin.
Balzano poi i prezzi delle materie prime alimentari che erano già su alti livelli a causa di una serie di fattori. In particolare il grano, di cui l’Ucraina è un importante Paese esportatore, sale di oltre il 5% e si temono così conseguenze a catena sui prezzi dei prodotti di base quali pane e pasta. Crescita anche per il mais e l’olio di palma.
Nella sua dichiarazione alla tv di Stato russa, Putin ha definito l’attacco all’Ucraina “un’operazione militare speciale per proteggere il Donbass”, aggiungendo che l’obiettivo “non è invadere il Paese ma smilitarizzarlo”. “Un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili – ha avvertito -. Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato”.
Mentre ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha assicurato che “L’Ucraina si difenderà e vincerà”, sottolineando che “il mondo può e deve fermare Putin”, il presidente americano, Joe Biden, ha affermato che farà tutto il possibile per proteggere Kiev. Severe condanne verso Mosca sono arrivate da tutti i Paesi, Italia compresa, mentre Onu e Nato hanno chiesto a Putin di fermarsi.
Intanto, già prima dell’attacco, Washington aveva annunciato sanzioni contro Mosca. Nel mirino le due banche pubbliche russe – Corporation Bank for Development and Foreign Economic Affairs Vnesheconombank (Veb) e Promsvyazbank Public Joint Stock Company (Psb) – che insieme detengono asset per decine di miliardi di dollari. Psb, in particolare, è l’istituto finanziatore della maggior parte dei contratti stipulati dalla difesa, e di cinque esponenti dell’élite che circonda Putin. Le misure introducono ulteriori restrizioni sul debito sovrano russo, in particolare il blocco del ricorso ai mercati secondari per finanziare bond di nuova emissione.
Altra pesante arma nell’arsenale di Washington e Bruxelles è l’esclusione della Russia dal sistema finanziario Swift, il Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications. Si tratta di un sistema di messaggistica che connette oltre 11mila istituzioni finanziarie per i loro trasferimenti di denaro in tutto il mondo, e venirne esclusi significa, di fatto, essere estromessi dal sistema finanziario internazionale. Si tratta però di un’arma a doppio taglio, perché potrebbe causare uno shock anche per le banche europee visto che comporterebbe perdite per miliardi di dollari per crediti concessi che non verrebbero ripagati. La Germania, che ha già sacrificato sull’altare di Kiev Nord Stream 2, difficilmente permetterà di ricorrervi.
“Putin ha portato la guerra in Europa, il suo obiettivo è la stabilità in Ue. Presenteremo oggi un pacchetto di estese sanzioni, indeboliremo l’economia russa”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue Urusula von der Leyen. Per gli osservatori, però, nel pacchetto difficilmente ci sarà anche l’arma numero uno: rimuovere la Russia dallo Swift manderebbe sì al tappeto le aziende russe e i loro clienti stranieri, in particolare gli acquirenti di gas e petrolio, ma avrebbe pericolosissime conseguenze anche per l’Ue.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.