USA, mercato del lavoro solido: addio a un altro maxi taglio Fed
Il Job report di settembre supera le attese e allontana lo spettro recessione. Ora gli analisti si aspettano due tagli da 25 punti base entro fine anno. “Occhio alla duration”
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Più direct lending e titoli di Stato, meno private equity e debito immobiliare. Con due parole d’ordine a guidare le scelte di portafoglio: flessibilità e qualità. Cui si aggiunge un particolare focus sulle opportunità offerte dalla decarbonizzazione. È così che gli assicuratori globali stanno rivedendo la loro asset allocation strategica nell’intento di fronteggiare le tante sfide attuali, dall’inflazione allo spettro recessione, e quelle poste dai grandi cambiamenti secolari come la transizione verde e la digital disruption. Lo rivela il Blackrock Global Insurance Report 2023, che ha sondato 378 investitori per un totale di circa 29mila miliardi di dollari di asset in gestione.
“Il report di quest’anno giunge nel contesto di cinque mega-forze strutturali che influenzano le prospettive macro: l’invecchiamento della popolazione, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, la frammentazione globale, il cambiamento del ruolo delle banche e delle istituzioni finanziarie non bancarie e la digital disruption. Questi fattori, insieme alle imminenti modifiche ai regolamenti assicurativi e ai regimi contabili, creano nuove sfide e opportunità per i chief investment officer e per gli altri investitori”, sottolinea Mark Erickson, global head of financial institutions group del colosso Usa.
Tra i rischi, al primo posto c’è ancora l’inflazione: il 71% degli intervistati la definisce infatti la principale ‘sorpresa economica’ per il secondo anno consecutivo. Parallelamente, il rischio di recessione è considerato il maggiore problema macro (59%). Non solo. Oltre la metà degli investitori (55%) è evidentemente preoccupato per la stabilità e la salute degli istituti finanziari, tanto da ritenere probabile che si verifichino ulteriori crisi nel settore. E la percentuale sale al 77% tra gli assicuratori nordamericani. Nella regione Asia Pacifico, il 55% è poi preoccupato per il settore immobiliare residenziale.
Date le sfide, i player delle polizze stanno quindi adottando un’asset allocation strategica che privilegia la flessibilità. Sebbene infatti dichiarino che le loro allocazioni rimarranno complessivamente simili a quelle degli anni precedenti, mostrano una predilezione per la qualità sia nelle esposizioni al reddito fisso pubblico sia sul mercato privato. Una netta maggioranza, l’89%, prevede di aumentare la propria posizione in modo selettivo ai private asset: quasi due terzi (60%) punta sul direct lending, mentre oltre un terzo prevede di ridurre la quota di debito immobiliare, di equity immobiliare e di private equity.
I sovereign bond continueranno poi a essere una parte fondamentale dell’asset allocation strategica degli assicuratori, con il 92% che prevede di mantenere o aumentare la propria esposizione. In questo ambito, il 51% punta sui titoli di Stato e sul debito delle agenzie. “Le risposte al nostro sondaggio evidenziano le opportunità disponibili nei mercati pubblici e privati. Per trarne vantaggio, gli assicuratori stanno valutando un approccio flessibile agli investimenti e un solido quadro di gestione del rischi abilitato dalla tecnologia”, fa notare Fabio Laricchia, head of Southern Europe financial institutions group.
Tutto questo non toglie spazio alle considerazioni sulla sostenibilità, ormai integrate nella maggior parte dei processi di investimento degli assicuratori. In particolare, gli investitori si stanno concentrando soprattutto sulle opportunità offerte dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. E due terzi (62%) a livello globale prevedono che le migliori occasioni risiedano nelle infrastrutture energetiche pulite, con la percentuale più alta tra gli assicuratori del Nord America (74%) rispetto a quelli dell’Emea (62%), dell’Apac (57%) e dell’America Latina (56%). Da sottolineare come, però, le sfide legate all’implementazione degli investimenti sostenibili rimangano impegnative, con il 54% degli intervistati convinto che la volatilità del mercato sia il principale ostacolo.
In un contesto macro e normativo sempre più volatile e complesso, e con gli assicuratori che stanno aumentando le loro allocazioni nei mercati privati, quasi la metà degli intervistati (47%) a livello globale cita la gestione del rischio quale fattore di incremento degli investimenti tecnologici nei prossimi due anni. Inoltre, la stessa percentuale sta prendendo in considerazione sistemi che aumentino l’efficienza operativa e riducano i costi. Anche l’integrazione del rischio climatico (38%) e la conformità ai requisiti normativi e di rendicontazione (45%) sono citate come considerazioni per le soluzioni tech. E alla domanda su ‘dove la tecnologia possa aggiungere valore all’asset allocation strategica’, il campione indica come aree di interesse l’automazione del flusso di lavoro (45%), l’integrazione della responsabilità civile (42%) e la modellazione delle alternative nell’ambito dell’asset allocation strategica (35%).
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