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La tenuta dell’economia e il taglio dei tassi avranno effetti positivi. Rating stabili. Il tasso di default scenderà al 4,25% entro giungo 2025. Ma i rischi non mancano
“Le prospettive per i mercati del credito in Europa rimangono costruttive”. A dirlo sono gli analisti di S&P, che prevedono un miglioramento a partire dal quarto trimestre del 2024, nonostante permangano diversi rischi, geopolitici e non solo. In un report dedicato, l’agenzia di rating americana conferma la sua view di una graduale ripresa della crescita economica del Vecchio Continente, grazie all’aumento dei redditi reali che spinge i consumi e all’occupazione elevata. Inoltre, a fronte del calo dell’inflazione, gli esperti sono convinti che la BCE taglierà gradualmente il costo del denaro di 25 punti base a trimestre, finché il tasso di deposito non raggiungerà il livello minimo di circa il 2,5% nel terzo trimestre del 2025.
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Rating stabili
La tenuta dell’economia e il taglio dei tassi avranno quindi effetti positivi sulle condizioni creditizie. Gli outlook relativi ai rating di S&P per banche, società non finanziarie, finanza strutturata e assicurazioni risultano infatti per lo più stabili, con gli emittenti che beneficiano dell’allentamento delle condizioni di finanziamento. Per gli analisti, i segmenti più vulnerabili includono gli immobili commerciali (CRE), con l’accumularsi di arretrati nei titoli garantiti da ipoteca commerciale (CMBS) in Europa, e nei titoli non conformi e legacy buy-to-let (BTL) nel Regno Unito.
“I Paesi europei restano sfidati da alti livelli di debito, mentre le imprese si concentrano sempre più sul rafforzamento della resilienza delle supply chain e sul miglioramento della propria competitività”, viene sottolineato nel report. “L’inflazione non è più al centro della scena”, aggiunge Paul Watters, analista del credito di S&P Global Ratings. Per l’esperto, infatti, se da un lato la svolta nel ciclo del credito porterà un gradito sollievo alle imprese e alle famiglie, “dall’altro significa anche che molti altri problemi e vulnerabilità verranno alla ribalta e determineranno le prospettive delle imprese e del credito”.
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Tasso di default giù al 4,25% entro giungo 2025
Il tasso di default europeo dell’high yield, segnala il report, rimane elevato: a fine agosto si è attestato al 4,4%, appena al di sotto del massimo triennale del 4,8% registrato a luglio. In gran parte ciò è dovuto al sovraindebitamento delle imprese durante i mesi di pandemia, quando i costi di finanziamento erano molto bassi. Un’esposizione che tante aziende non sono riuscite a ridurre a causa di flussi di cassa insufficienti. Tuttavia, lo scenario di base dell’agenzia prevede ora che il tasso di default scenderà progressivamente, fino ad attestarsi al 4,25% entro giugno 2025.
Rischi anche dalle elezioni USA
Tra rischi, S&P segnala in particolare quello geopolitico, che “rimane elevato” a causa delle potenziali escalation in Ucraina e in Medio Oriente, ma anche per le potenziali sfide che potrebbero sorgere se le elezioni statunitensi dovessero portare a cambiamenti politici. Inoltre, secondo gli analisti, la gestione dei rischi in Europa si concentra sempre più sulla sicurezza economica e su un mercato unico libero ed equo. Sul fronte macro, le maggiori preoccupazioni riguardano invece un periodo prolungato di crescita inferiore alla media, pressioni salariali che impediscono un ulteriore calo dell’inflazione, e periodi di volatilità se i mercati dovessero sovrastimare il ritmo dei tagli dei tassi.
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