Pozzi (M&G), Maxia (Allianz GI) e Tentori (Axa IM) fanno il punto sui mercati azionari e obbligazionari. Alfieri (JP Morgan AM), Borra (Fidelity), D’Acunti (Invesco) intervengono sulla gestione della relazione
L’inizio del 2022 si è caratterizzato per una elevata volatilità che ha riguardato sia i mercati azionari che obbligazionari. Un bilancio per questo primo mese dell’anno negativo, ma che non deve far prevalere fra gli investitori sentimenti di panico e paura, come spiegano gli esperti contattati da FocusRisparmio per fare il punto della situazione dei mercati e offrire una chiave di lettura più razionale ai consulenti finanziari alle prese con numerose richieste provenienti dai clienti.
Che cosa accade sui mercati?
“Il motivo principale dei ribassi che vediamo in queste settimane è da ricercare nel nuovo posizionamento di politica monetaria da parte della Fed, che ha annunciato una serie di misure più restrittive quali la sospensione dei programmi di acquisto e una serie di rialzi dei tassi di interesse per fronteggiare il forte aumento dell’inflazione, ritenuto non più temporaneo”, spiega Massimiliano Maxia, senior fixed income Product Specialist di Allianz Global Investors.
Sul fronte azionario Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments, invita a mettere in prospettiva quanto successo nelle ultime settimane: “Se pensiamo che da marzo 2020 l’S&P500 è più che raddoppiato, le borse mondiali e quella Usa in particolare non sono scese poi molto, neanche il 10%”, commenta.
Fra i listini più colpiti c’è il tecnologico Nasdaq Composite che rappresentate un settore verso cui gli investitori italiani sono molto esposti. “Il settore tecnologico – spiega Pozzi – è a rischio di un cambio di contesto regolamentare già in atto in Cina e ancora in forse negli Stati Uniti. Se ciò dovesse avvenire, le alte attese sugli utili aziendali di molte aziende del settore potrebbero diventare difficili da rispettare”.
In questo quadro “la rotazione settoriale per ‘stile’ potrebbe trovare terreno fertile nei prossimi due o tre anni, in favore dei titoli value – soprattutto in Europa – e degli emergenti. Tra le aree più resilienti o di qualità, potrebbero risultare più interessanti quelle legate ai piani infrastrutturali e quelle legati ai processi di decarbonizzazione, sostenibilità ambientale e sociale. Sulla parte ambientale le valutazioni sono ancora un po’ tirate, ma eventuali cali potrebbero costituire opportunità di ingresso in aree sostenute da megatrend importanti”, afferma.
Sul reddito fisso si scalano le marce
L’inversione nell’orientamento delle politiche monetarie ha effetti anche sul mercato obbligazionario. Come spiega a FocusRisparmio Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA Im Italia: “La curva del mercato monetario in dollari prezza quasi cinque rialzi dei tassi per i prossimi 12 mesi. Ovviamente, questa pressione si propaga su tutta la curva dei Treasury americani: lo yield decennale è aumentato di ben 60 punti base dai livelli dell’estate scorsa, incidendo non di poco sulla performance dei portafogli obbligazionari (-2,3% da inizio anno, -3,3% su un periodo di sei mesi)”, osserva l’esperto.
Molto diversa è la storia sui mercati obbligazionari cinesi, dove la PBoC è già intervenuta con tagli dei tassi di interesse per agevolare il de-leveraging di alcuni settori in bolla, come per esempio quello immobiliare. “Così come nel 2021 – analizza l’esperto di Axa Im Italia – il mercato dei governativi cinesi (+1,7% da inizio anno) sovraperforma i titoli di statunitensi, grazie a ingenti flussi rifugio in uscita dall’universo high yield locale”.
In estrema sintesi, pensano gli esperti contattati da FocusRisparmio, sebbene il quadro macroeconomico rimanga positivo, i mercati temono che condizioni più restrittive di politica monetaria possano portare ad un rallentamento della crescita economica.
Questa fase di transizione da una politica monetaria estremamente espansiva ad una meno accomodante ha creato l’attuale contesto di incertezza che richiede probabilmente ancora del tempo prima che porti ad una stabilizzazione. “Nonostante la volatilità, che può offrire delle opportunità, manteniamo un posizionamento costruttivo, più favorevole ai mercati azionari rispetto a quelli obbligazionari, che offrono rendimenti in termini reali molto bassi se non negativi”, chiosa Maxia.
In sintesi, gli esperti vedono che negli Stati Uniti si potrà arrivare a livelli superiori al 2-2,5% dei Treasury a scadenza medio-lunga. In Eurozona i Bund, tuttora con rendimenti negativi fino ai 10 anni, sono maggiormente a rischio, specie qualora la Bce dovesse ridurre in modo significativo gli acquisti.
Volatilità e drawdown: come gestire la relazione?
“Le correzioni nei mercati azionari, soprattutto per gli investitori che hanno un orizzonte di lungo periodo, sono fisiologiche come cadere quando si impara ad andare in bicicletta – e a volte anche dopo”, sostiene Giuliano D’Acunti, Country Head Italia di Invesco.
Spesso il sentimento più naturale per l’investitore è la paura. “Per molte persone è naturale fare due cose, spesso inconsapevolmente: estrapolare le tendenze di breve periodo ed essere sensibili a preoccupazioni e rischi forse più che alle opportunità. Ecco perché quando i mercati finanziari oscillano molto capita di pensare che i problemi di oggi continueranno a manifestare i propri effetti anche in futuro. La storia ci insegna che non è così: la capacità di reagire, di innovare, di trovare soluzioni a problemi complessi, che gli uomini hanno dimostrato, ha portato a una crescita grazie a cui si sono superati vincoli che sembravano insormontabili. E anche oggi probabilmente potremo superare difficoltà grandi, rischi geopolitici, transizioni energetiche e mutamenti di atteggiamento delle banche centrali. Scoprendo magari che alcune novità, ad esempio da parte delle banche centrali, possono assomigliare a un ritorno al passato”, afferma D’Acunti.
Non inseguire il mercato
Natale Borra, head of distribution di Fidelity International, sostiene che nonostante una congiuntura macroeconomica che rimane piuttosto costruttiva, “nelle fasi di volatilità come quella attuale la soluzione più semplice e immediata per gli investitori potrebbe sembrare quella di ridurre il rischio e rifugiarsi sulle asset class più difensive. Ma cercare un porto sicuro nella liquidità o nella componente bond più difensiva può rivelarsi un errore in quanto espone gli investitori al rischio inflazione e al rischio tasso”.
Una sfida non da poco per i consulenti. “Mai come ora è quindi importante aiutare i clienti a controbilanciare l’irrazionalità legata alle fasi di volatilità, non inseguire il mercato e rimanere investiti – analizza Borra – Per farlo dobbiamo riportare il nostro focus sui clienti, aiutandoli a concentrarsi sui loro obiettivi e su orizzonti temporali di lungo periodo, grazie anche alla selezione di strategie che negli anni hanno dimostrato di essere in grado di offrire una migliore “qualità del viaggio” anche nelle fasi di maggiore incertezza”.
Un tema su cui interviene anche Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di J.P. Morgan Asset Management: “E’ importante entrare sui mercati progressivamente, individuando l’investimento e acquistando in fase successive attraverso soluzioni come i piani di accumulo. Una scelta vincente è quella di affidarsi a strumenti come i fondi di investimento che lasciano al professionista la selezione dei titoli migliori ma anche del momento migliore in cui entrare sul mercato stesso”.
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