Reserve Bank of India, l’arrivo di Malhotra fa intravedere una svolta sui tassi
Con tutta probabilità, il nuovo governatore punterà a rianimare l’economia indiana. E metterà in secondo piano il problema inflazione
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Nuvole su Pechino. Dopo i dati sotto le attese di produzione industriale e vendite al dettaglio, per la Cina è arrivato una pesante revisione delle stime di crescita da parte di Nomura e Barclays. La sperata ripartenza al termine della politica zero-Covid, che avrebbe dovuto far da traino anche all’economia globale, sembra infatti andare più a rilento del previsto. Le occasioni però, secondo i gestori, non mancano. E anche se i ritmi del Dragone appaiono più lenti e meno omogenei, sono numerosi i settori su cui puntare a breve e lungo termine.
A pesare sui giudizi degli analisti sono stati i dati di aprile. Il mese scorso la produzione industriale cinese è infatti aumentata del 5,6% su base annua, ai massimi da sei mesi e oltre il 3,9% di marzo, ma ha mancato di gran lunga il +10,1% previsto dagli analisti. A livello mensile, il dato è sceso dello 0,47% rispetto a febbraio, registrando la prima contrazione da cinque mesi a questa parte. Delle 41 principali industrie monitorate dal governo, solo 25 hanno segnalato un aumento della produzione. Le vendite al dettaglio sono invece salite del 18,4% su base annua, raggiungendo i 3.490 miliardi di yuan e mettendo a segno il ritmo di incremento più consistente da marzo 2021. Un dato in accelerazione rispetto all’espansione del 10,6% di marzo, ma che ha deluso gli economisti (+20,1% le stime). Su base destagionalizzata, si è invece registrato un aumento dello 0,49% rispetto al mese prima, più contenuto del +0,78% rivisto al rialzo tra febbraio e marzo.
Secondo gli analisti di Nomura, i dati di aprile hanno mostrato che la ripresa post-Covid della seconda economia mondiale sta perdendo vigore. Per questo motivo, la società ha ridotto le loro previsioni sul Pil 2023 al 5,5% dal precedente 5,9%. Giù anche le stime di crescita per il secondo trimestre: al 7,8% dall’8,4%. L’economia è cresciuta del 4,5% nei primi tre mesi dell’anno rispetto al 2022, mentre il governo per quello corrente punta a circa il 5%. “Pechino potrebbe dover introdurre altre misure di sostegno, tra cui maggiori trasferimenti ai governi locali e alle imprese statali tramite le sue banche”, sottolinea. Ma, per la banca giapponese, questa volta è difficile vedere una facile soluzione al problema che affligge il Dragone, poiché “il vero ostacolo al sostegno della ripresa della crescita è la mancanza di fiducia”.
Dello stesso avviso gli esperti di Barclays, che hanno tagliato le loro stime di crescita per quest’anno dal 5,6% al 5,3% e quelle per il secondo trimestre dall’8,4% al 7,8%. Colpa, si legge nella nota della banca Uk, dell’indebolimento della domanda immobiliare e dei consumi.
“L’economia cinese ha intrapreso un percorso di recupero e di crescita nel primo trimestre del 2023. Le attività produttive e la vita quotidiana stanno progressivamente tornando alla normalità. A marzo l’indice Pmi dei servizi e quello manifatturiero hanno continuato a salire dopo aver toccato a febbraio i massimi degli ultimi dieci anni”, fa notare Jasmine Kang, analista e gestore del fondo Comgest Growth China di Comgest. Per l’esperta, però, la ripresa dei consumi si sta rivelando più graduale poiché ci vuole tempo per ripristinare la fiducia dei consumatori.
“L’ulteriore allentamento della politica sul settore immobiliare ha iniziato a sostenere le vendite del settore, che dovrebbero supportare a loro volta la ripresa dei consumi. Nonostante il mercato avesse sperato in un pacchetto di stimoli su più ampia scala, noi abbiamo apprezzato la scelta del governo di definire un obiettivo più sostenibile con politiche più oculate”, sottolinea la Kang, secondo cui il 2023 sarà un anno di ripresa e di riaccelerazione per il Dragone.
Ripresa che, a detta dell’esperta, non avverrà però rapidamente, soprattutto sul fronte dei consumi. “A breve termine, i settori che beneficeranno direttamente della riapertura dell’economia saranno i viaggi, i servizi offline, i beni voluttuari e quelli correlati al settore immobiliare. A lungo termine, siamo entusiasti dei settori che porteranno la Cina alla prossima fase di crescita. Vediamo interessanti opportunità in comparti come il manifatturiero avanzato, i materiali avanzati, la green economy, i semiconduttori, i consumi, i veicoli elettrici e il settore sanitario. Alcuni di questi hanno già beneficiato dell’intensificarsi delle tensioni geopolitiche”, afferma.
Inoltre, Kang fa notare come il contesto inflativo stabile offra al governo ampi margini per ulteriori misure espansive di sostegno. “Rimaniamo concentrati al massimo sull’individuazione di società di tipo quality growth, che prenderanno parte alla prossima fase dello sviluppo della Cina. Le attuali valutazioni del mercato rimangono interessanti per gli investitori di lungo periodo”, assicura.
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