TFR, solo un italiano su tre ha scelto un fondo pensione
Indagine Moneyfarm: appena il 22% di quanto accumulato dai lavoratori è investito nella previdenza integrativa, il resto è rimasto in azienda. Colpa della disinformazione
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Alla fine dello scorso dicembre, gli attivi delle casse di previdenza italiane hanno toccato quota 114,1 miliardi di euro, pari al 5,4% del PIL nazionale. Di questi, oltre un terzo, circa 44 miliardi, è investito nel nostro Paese, con una preferenza per i titoli di Stato, ma anche per azioni, obbligazioni corporate e immobiliare. È quanto emerge dal rapporto ‘Gli investimenti: dimensioni e composizione – anno 2023’ della Covip, presentato in Senato dalla presidente facente funzione Francesca Balzani.
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Il documento evidenzia una crescita delle risorse del 9,9% rispetto al 2022 e di 48,4 miliardi nell’ultimo decennio, pari in media al 5,7% su base annua. A far da traino sono stati in particolare i saldi previdenziali per contributi incassati e prestazioni erogate e la redditività degli investimenti. Lo scorso anno il flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni si è infatti attestato a 3,7 miliardi di euro, tornando in linea a quelli registrati negli anni pre-pandemia. Quanto alla redditività degli investimenti, questa è stata del 7,1%, grazie all’andamento favorevole dei mercati finanziari, a fronte del 2,8% medio messo a segno negli ultimi dieci anni.
Guardando alla composizione dell’attivo, emerge che a far la parte del leone sono le quote di Organismi di investimento collettivo del risparmio, cui vanno 60,1 miliardi di euro, pari al 52,7% del totale. Di questi, 33,1 miliardi riguardano Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm) e 27 miliardi altri Oicr (15,6 miliardi sono quote di fondi immobiliari). Tra le altre componenti principali spiccano poi i titoli di debito, che pesano per 24,2 miliardi, di cui 19,2 miliardi di titoli di Stato, mentre i titoli di capitale sono pari a 9,6 miliardi.
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Nel complesso, aggregando anche bond e azioni sottostanti gli Oicvm detenuti, gli investimenti obbligazionari, pari a 43,2 miliardi, rappresentano il 37,9% dell’attivo e risultano in aumento dell’1,8% rispetto al 2022. In prevalenza si tratta di titoli di Stato allocati nell’Area euro, mentre per quanto riguarda i corporate bond risultano preferiti quelli del settore finanziario. Sul fronte dell’equity, gli investimenti ammontano a 21,6 miliardi e costituiscono il 18,9% dell’attivo, con una crescita del 17,4% rispetto a dodici mesi prima. Per la maggior parte sono allocati nell’Area dell’euro e negli Stati Uniti e fanno riferimento al settore finanziario. Infine, gli investimenti immobiliari, pari a 18,8 miliardi, mostrano una flessione dell’1,3% rispetto all’anno precedente e riguardano soprattutto l’Italia.
Naturalmente, sottolinea la Covip, esiste un’ampia eterogeneità tra le varie casse di previdenza nella composizione del portafoglio. In particolare, il campo di variazione delle quote detenute è elevato per i titoli di Stato (0-74%, la metà dei casi tra il 10 e il 25%) e per gli Oicvm (0-76%, la metà dei casi tra il 28 e il 47%). Anche l’incidenza percentuale degli investimenti immobiliari mostra una dispersione elevata, soprattutto per effetto dei vincoli che sussistevano all’impiego dei fondi disponibili per le casse di meno recente istituzione.
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Gli investimenti domestici, pari a 44 miliardi, rappresentano il 38,6% delle attività e mettono a segno una crescita del 3% rispetto al 2022. Si confermano predominanti l’immobiliare, con 17,1 miliardi pari al 15% delle attività totali, e i titoli di Stato, con 13,8 miliardi (12,1%). In particolare, per questi ultimi, cresciuti di 3,2 punti percentuali, si sono registrati acquisti netti nel corso del 2023 per 3,8 miliardi. Le casse sono poi risultate anche acquirenti netti di azioni e obbligazioni italiane per 680 milioni complessivi. E il totale a fine 2023 degli investimenti in titoli di imprese italiane è salito a 8,4 miliardi, pari al 7,4% dell’attivo totale. Di questi, 7,5 miliardi sono azioni (1,95 miliardi rappresentativi di quote del capitale della Banca d’Italia) e 900 milioni obbligazioni. Queste ultime fanno capo soprattutto al settore finanziario, con oltre il 50% del totale.
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