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Le valutazioni sul contesto economico restano caute, mentre calano le attese sul futuro. Peggiora la domanda, in rallentamento la spesa per gli investimenti. Ma è corsa all’IA
Parola d’ordine: prudenza. Il clima d’incertezza economica e politica pesa sulle imprese italiane, la cui valutazione sulla situazione generale è infatti rimasta cauta, mentre sono peggiorate rispetto alla scorsa primavera le attese sul quarto trimestre in tutti i comparti produttivi. A tastare il posto delle aziende tricolori è l’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita nel terzo trimestre, da cui emerge che le stime sull’andamento della domanda corrente, sia interna sia estera, si sono nel complesso deteriorate. Colpa, in particolare, della debolezza delle vendite dell’industria in senso stretto.
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L’indagine, condotta da via Nazionale tra fine agosto e metà settembre tra le aziende dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, mostra previsioni grigie. Le attese delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi rimangono infatti complessivamente deboli, seppure con dinamiche settoriali eterogenee. Rispetto alla precedente rilevazione, il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è ulteriormente diminuito nell’industria in senso stretto (a -14 punti percentuali da -7), è sceso in territorio negativo nei servizi (a -2 da 2), mentre ha continuato a crescere nel settore delle costruzioni (a 6 da 3). “Sulle prospettive continuano a gravare principalmente l’incertezza economico-politica e, in misura più contenuta, i timori sull’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche; resta positivo ma si attenua il sostegno della domanda per i servizi”, si legge nel documento.
In calo la spesa per gli investimenti
View negativa anche sul fronte degli investimenti: complessivamente, infatti, la spesa rallenterà nell’anno in corso, a causa di valutazioni negative sul contesto. Stabili invece i giudizi sulle condizioni di accesso al credito, così come quelli sulla posizione complessiva di liquidità, considerata ancora soddisfacente.
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Occupazione in rallentamento, prezzi in moderato aumento
Anche la dinamica dell’occupazione prevista per il prossimo trimestre è meno favorevole rispetto alla precedente indagine, anche se si continua a stimare un’espansione, specialmente nelle costruzioni. Tuttavia cresce la quota di chi ne prefigura un ridimensionamento: fino a circa il 15% nell’industria e nei servizi e fino al 6% nelle costruzioni. Quanto ai prezzi, i listini praticati negli ultimi dodici mesi sono cresciuti a un ritmo meno intenso rispetto alla precedente rilevazione. Per i prossimi dodici, le aziende dell’industria e dei servizi continuano ad attendersi una crescita moderata, a fronte di una dinamica più elevata nelle costruzioni. Le aspettative sull’inflazione al consumo sono lievemente cresciute su tutti gli orizzonti temporali, restando tuttavia su livelli contenuti. La percentuale di chi prevede un aumento delle retribuzioni orarie dei propri dipendenti nei prossimi dodici mesi è aumentata nelle costruzioni di circa 15 punti percentuali (al 65%), mentre è rimasta sostanzialmente invariata negli altri comparti (al 62% in media). Per quasi il 90% delle imprese che incrementeranno i salari, gli aumenti saranno inferiori al 4% e nel 60% dei casi non supereranno il 2%.
Corsa all’Intelligenza artificiale
L’indagine di Bankitalia rivela infine che, entro il prossimo biennio, l’intelligenza artificiale verrà utilizzata da circa un terzo delle imprese industriali e da due quinti di quelle dei servizi,. Il 32% delle aziende dell’industria in senso stretto e il 41% di quelle del terziario considerano infatti l’IA molto rilevante per la propria attività e la stanno già utilizzando o prevedono di farlo entro due anni. In entrambi i settori l’utilizzo di questo strumento risulta largamente più diffuso tra le grandi, mentre è più contenuta la differenza tra aree geografiche. Tra chi già adotta questa tecnologia o intende farlo, il principale utilizzo riguarda il miglioramento dei processi produttivi o di supporto (oltre la metà delle aziende), seguito dall’automazione delle attività (poco meno del 25%).
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