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Secondo l’agenzia, l’evoluzione del settore è inevitabile, ma viene complicata da un sistema di “partecipazioni strategicamente difensive”. L’operazione UniCredit-Banco Bpm? Importante ma dall’esito incerto
Strutture azionarie “ostruzionistiche” stanno frenando il consolidamento del sistema bancario italiano. Il processo è infatti vittima di una serie di stop and go dovuti “alle partecipazioni strategicamente difensive in banche di medie dimensioni da parte di compagnie assicurative e accordi di bancassicurazione”. Queste complicano e continueranno a complicare le offerte ostili per gli istituti del Paese. Il duro giudizio arriva da S&P, che in un report analizza l’ultimo capitolo della saga tricolore: l’offerta di UniCredit sul Banco Bpm, il cui esito è visto come “altamente incerto”.
“Ci si aspettava che l’operazione di Intesa (l’acquisto di Ubi nel 2020, ndr) provocasse un’impennata di operazioni, che però non si è concretizzata”, scrive l’analista dell’agenzia di rating, Mirko Sanna. Precisando che il settore italiano è in evoluzione che un ulteriore consolidamento sembra certo. Per S&P è infatti inevitabile che il mercato si dividerà tra grandi player con scala, diversificazione dei ricavi e capacità di guadagno sufficienti a finanziare l’innovazione necessaria ad affrontare con successo la transizione digitale, e banche più piccole e agili in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei comportamenti dei clienti. Solo che il processo risulta, appunto, rallentato.
Perché l’operazione UniCredit-Banco Bpm è importante
Prova ne è il caso UniCredit-Banco Bpm. Il 25 novembre scorso, piazza Gae Aulenti ha lanciato un’offerta pubblica non sollecitata, interamente in azioni, del valore di circa 10,1 miliardi di euro per il terzo istituto del Paese. La mossa di Andrea Orcel è arrivata pochi giorni dopo che la banca guidata da Giuseppe Castagna aveva fatto un’offerta per la società di gestione patrimoniale Anima Holding SpA e acquistato una quota del 5% in Banca Monte dei Paschi di Siena dal governo italiano. Tuttavia, il 26 novembre, l’istituto di piazza Meda ha respinto la proposta, ritenendola troppo bassa e limitante per le proprie opzioni strategiche.
Secondo S&P, invece, l’acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit ridurrebbe il vantaggio di Intesa Sanpaolo e potrebbe ridisegnare il panorama del credito italiano. L’istituto guidato da Carlo Messina, viene infatti sottolineato, “è quasi ineguagliabile in settori bancari analoghi”: oltre ad essere la più grande banca commerciale in Italia, con una quota di mercato del 20% nei depositi e nei prestiti (contro il 9% di UniCredit e il 5%-6% di Banco Bpm), è anche il principale operatore tricolore nel settore delle assicurazioni sulla vita, del private banking e del wealth management, “con margini di vantaggio significativi rispetto ai concorrenti nazionali”, si legge. Un’acquisizione da parte di piazza Gae Aulenti, per gli analisti rafforzerebbe quindi la posizione di mercato dell’istituto nel più ricco Nord Italia e amplierebbe la gamma di prodotti finanziari offerti. “Un’operazione interamente in azioni avrebbe inoltre un impatto limitato sul capitale del gruppo allargato, mentre offrirebbe un vantaggio dalle sinergie sui costi e sui ricavi (stimate da UniCredit rispettivamente a 900 milioni di euro e a 300 milioni di euro)”, viene precisato.
Esito incerto per Orcel
Nonostante quindi tutto deponga a favore di un lieto fine, per l’agenzia Usa l’esito dell’offerta di Orcel rimane altamente incerto. E resta appeso a una serie di fattori, tra cui le reazioni dei vari stakeholder. In particolare, la partecipazione del 9,2% di Crédit Agricole in piazza Meda, rende l’istituto francese un attore chiave con una decisione strategica da prendere, “considerando i suoi interessi commerciali, la presenza consolidata in Italia e gli accordi di distribuzione con UniCredit”, viene evidenziato. Inoltre non è chiaro, secondo gli esperti, se per Banco Bpm possano emergere opzioni alternative, incluse offerte concorrenti, o se potrebbero sorgere complicazioni legate alla recente acquisizione della partecipazione in Mps (effettuata contemporaneamente all’acquisto di quote da parte di Anima e di imprenditori italiani). Infine, non si può escludere neppure un’eventuale modifica dei termini dell’offerta di piazza Gae Aulenti per renderla più attraente.
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