Dopo cinque mesi di corsa degli indici, per gli asset manager una correzione non è ancora in vista. Ecco perché il sentiment resta rialzista e come approfittarne
Venerdì scorso, il Dow Jones ha terminato la seduta per la prima volta sopra i 40 mila punti, allungando a cinque la striscia di settimane consecutive di rialzo. Nasdaq e S&P 500 non sono stati da meno e hanno archiviato l’ottava, la quarta con il segno più, con una crescita complessivadel 2,2% e dell’1,5%. Insomma, grazie alle solide trimestrali e all’inflazione che rallenta, rafforzando l’ipotesi di un allentamento monetario della Federal Reserve, per ora l’equity USA può vantare un bilancio positivo anche nel secondo trimestre, nonostante l’avvio non brillante. E da inizio anno S&P 500 e Nasdaq hanno guadagnato oltre l’11%, il Dow Jones più del 5%. La domanda che si fanno gli investitori è quindi una sola: quanto durerà? Per molti gestori c’è da stare tranquilli, l’azionario a stelle e strisce (e non solo) è destinato a correre ancora.
Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA IM Italia
Alessandro Tentori, chief investment officer Europe di AXA IM, ricorda come il mercato azionario si muova soprattutto in base a due fattori: le previsioni di crescita e i tassi d’interesse. “Dopo la sorpresa negativa sul PIL degli Stati Uniti nel primo trimestre, gli indicatori ‘real time’ usati dalla FED attualmente stimano un’espansione tra il 2,5% e il 4% nel secondo. Questo ci dice che il sentiment dei mercati sull’economia statunitense è in territorio bullish”, evidenzia l’esperto. Facendo anche notare come a gennaio-marzo il rallentamento non abbia riguardato i consumi: le famiglie americane hanno infatti mostrato una certa resilienza. E il dato non è passato inosservato neppure tra i gestori. Il sondaggio di maggio di Bank of America mostra infatti un crescente sentiment ‘bullish’ sull’economia a stelle e strisce, con il 64% che esclude una recessione nei prossimi dodici mesi.
Nel frattempo anche se le aspettative di un taglio dei tassi sono calate, la FED resta data-dependent: tutto è quindi appeso ai dati. E il responso sull’inflazione di aprile è stato rincuorante, soprattutto sul fronte dei servizi. Per Tentori, vanno poi tenuti in considerazione anche gli ‘errori’ degli economisti, cioè le revisioni delle forecast. Prova ne è il fatto che il mercato azionario ha corso ben oltre le aspettative. Infine, le aziende continuano a mostrarsi in buona salute, alimentando l’atteggiamento rialzista del mercato. “Il primo trimestre ha confermato la resilienza dei bilanci delle aziende dell’S&P 500. Non abbiamo avuto la recessione degli utili che si temeva e ora la crescita attesa è intorno all’8%-10%. Non sembra che, nonostante l’inflazione, le aziende al momento stiano soffrendo dal punto di vista dei margini e del profitto”, analizza l’esperto.
Azionario in corsa per i prossimi 6-12 mesi
Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities
Anche per Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities, la corsa dell’azionario continuerà. “L’S&P 500 quota a un multiplo di 20x gli utili 2024 e l’S&P 500 Equalweight è leggermente più economico, approssimativamente a 17x. Tali livelli di valutazione non sono a buon mercato, ma riteniamo che utili societari in crescita e graduale progresso sul fronte dell’inflazione porteranno a un rialzo moderato delle azioni durante i prossimi 6-12 mesi”, afferma.
L’esperto fa poi notare come, da inizio anno, il rendimento decennale USA sia aumentato di circa 60 punti base. E come, a causa del carovita persistente, il mercato sia passato dallo scontare sei riduzioni del costo del denaro ad appena due. “Inflazione più alta significa tassi di interesse più alti, che a loro volta implicano prezzi delle azioni più bassi. Continuiamo a ritenere che lo scenario macroeconomico per i mercati azionari sia relativamente favorevole”, scandisce.
In questo contesto, Garbarino spiega che a livello settoriale il portafoglio non ha banche e petroliferi, comparti considerati troppo rischiosi. Mentre è sovrappeso su diversified financials (per esempio, Visa, Mastercard, Moodys, S&P Global, Msci), industriale e chimico. “I settori sanità e beni di consumo sono leggermente sovrappesati mentre i tecnologici sono sottopesati, con nessuna esposizione sul settore hardware”, chiarisce.
Tentori consiglia di avere un profilo di rischio più alto rispetto al 2023. “Sulla base delle aspettative di crescita e inflazione, sarebbe opportuno avere in portafoglio rischio equity o rischio high yield”, sostiene. Senza però dimenticare la diversificazione regionale: “Non solo equity USA, ma anche Europa e Cina. Sembra infatti che ci possa essere meno valore sull’equity statunitense rispetto ad altre regioni, date le valutazioni”, conclude.
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