Secondo il report di Forum per la Finanza Sostenibile, 9 compagnie su 10 adottano fattori Esg per stabilire le retribuzioni e tutte le integrano nelle scelte di allocazione Climate change il tema più sentito, ma cresce l’impegno per il sociale
I criteri Esg sono sempre più inclusi nei processi decisionali nel settore assicurativo italiano e spesso mostrano miglioramenti rispetto ai risultati dello scorso anno. È quanto emerge dall’ultima ricerca di Forum per la Finanza Sostenibile e Ania, secondo cui nove compagnie su dieci non solo hanno istituito una funzione aziendale o un comitato sul tema ma utilizzano anche criteri di sostenibilità per decidere la parte variabile delle retribuzioni. Un approccio, spiega il documento, che scaturisce dalla convinzione degli operatori di poter coniugare l’impatto ambientale con un congruo ritorno finanziario.
Dai portafogli alle strategie: l’etica si fa largo
Nel dettaglio, lo studio mostra come le aree aziendali poste a presidio della questione siano tutte a diretto riporto del board e non manca neppure di sottolineare come l’83% delle società coinvolte utilizzi indicatori quali-quantitativi quando si tratta di definire la politica di retribuzione. Rispetto agli investimenti, l’indagine evidenzia invece come la pressoché totalità del campione (il 99,98%) includa i parametri etici nelle decisioni di impiego del capitale e in particolare in quelle riferite al portafoglio diretto o in delega. Un dato ancor più rilevante se si considera che nel 93% dei casi le strategie SRI sono adottate su una porzione del portafoglio pari al 75%-100%. Quanto alle strategie utilizzate, l’esclusione rimane quella prevalente ma sembra assumere un peso sempre più importante anche l’engagement (+16%). “Si tratta di un prezioso ed efficace strumento per integrare tematiche legate al lavoro e alla comunità nell’azione volta a contrastare il cambiamento climatico”, ha detto Arianna Magni, head of Institutional and International Business Development di Etica SGR.
Climate change la priorità. Ma si fa spazio anche il sociale
Tra i problemi più considerati, il cambiamento climatico si conferma in testa. Due dati su tutti a riprova di ciò: il 95% del campione misura l’impronta di carbonio del portafoglio e ne utilizza i risultati per identificare le azioni necessarie a ridurre le emissioni associate agli investimenti; il 71% include la neutralità climatica nelle scelte di allocazione, perlopiù tramite obiettivi intermedi che sono allineati a standard internazionali. Senza dimenticare, come ha sottolineato Giulia Balugani di UnipolSai Assicurazioni, che “il 21% degli operatori ha integrato nei propri piani strategici la promozione di azioni per garantire l’assicurabilità dei settori più esposti ai rischi ambientali”. L’indagine di quest’anno ha però analizzato anche l’inclusione di un altro obiettivo: la parità di genere nella gestione delle risorse umane. Ne è emerso che il 98% delle compagnie considera il tema e il 96% predispone indicatori quantitativi ad hoc mentre l’ambito di applicazione coinvolge tutto il personale nel 50% dei casi e anche i membri del cda del 41%.
In riferimento all’attività di sottoscrizione dei rischi, anche quest’anno il campione già include i criteri Esg nella definizione dell’offerta di prodotti danni o vita diversi dai prodotti di investimentooppure ha avviato (o sta proseguendo) valutazioni in merito. Si tratta di uno sforzo che viene portato avanti con tre modalità principali: la limitazione dell’offerta per le attività esposte ad alti rischi Esg, la proposta copertura dei rischi climatici (per lo più legati all’acqua, al vento e alle temperature) e quella di prodotti specifici per favorire l’inclusione assicurativa. In quest’ultimo ambito, in particolare tramite coperture assicurative dedicate agli Enti del Terzo Settore e/o alle organizzazioni non profit e attraverso prodotti per favorire la conciliazione vita-lavoro e la genitorialità.
“Le assicurazioni sono una categoria fondamentale di investitori istituzionali e la loro crescente propensione alla sostenibilità costituisce un aspetto molto positivo”, ha detto Francesco Bicciato, direttore generale del Forum per la Finanza Sostenibile. “Questi operatori svolgono un ruolo chiave nella gestione dei rischi e rappresentano dei veri punti di riferimento per gli altri soggetti finanziari”, ha concluso.
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