Piazza Affari, temi ESG sul tavolo di quasi sette CDA su dieci
Consob: oltre il 71% delle quotate ha presentato la DNF. Aumenta l’integrazione tra questa e i bilanci finanziari. E la sostenibilità entra nelle politiche di remunerazione dei ceo
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Ben 18 milioni di euro. A tanto ammontano i risarcimenti liquidati ai risparmiatori nel 2022 dall’Arbitro per le controversie finanziarie, l’organo istituito presso la Consob per la risoluzione stragiudiziale delle controversie tra gli intermediari e i loro clienti. Una somma che porta a quota 142,5 milioni il valore complessivo dei rimborsi riconosciuti nei primi sei anni di attività dell’Acf, con un tasso di accoglimento dei ricorsi che è stato pari al 57,5% nell’anno appena conclusosi per una media di quasi 28 mila euro pro capite.
Resta decisamente elevato, oltre il 96%, tanto lo scorso anno che nell’intero periodo dal 2017 al 2022, il tasso di volontaria esecuzione delle decisioni da parte degli intermediari soccombenti, tra cui spiccano alcuni risarcimenti, 20 per la precisione, di valore unitario oscillante tra i 150.000 e i 500.000 euro (limite massimo di competenza per valore dell’Arbitro). In flessione invece il numero dei ricorsi in entrata: 1.115, a fronte dei 1.582 del 2021, per 9.810 ricorsi totali presentati all’Acf dall’avvio della sua operatività, nel gennaio 2017.
Il trend, si legge in una nota, è stato favorito dal tendenziale progressivo allineamento delle prassi operative degli intermediari agli orientamenti applicativi della normativa di settore elaborati dal collegio Acf, il che ha consentito di sterilizzare a monte molti dei motivi di conflitto insorti. Ha senz’altro contribuito nella stessa direzione, poi, la novità regolamentare introdotta dalla Consob a fine 2021, che ha circoscritto l’ambito di operatività dell’Arbitro alle controversie relative a investimenti effettuati non oltre il decennio precedente la presentazione del ricorso.
Tra gli altri fattori di contenimento del contenzioso il ridotto flusso di ricorsi relativi al collocamento fino al 2015, presso clientela retail, a opera di alcune banche di territorio, di propri titoli azionari poi rivelatisi illiquidi. Più n generale, la messa a regime della normativa MiFid II, che ha rafforzato i presidi a tutela degli investitori retail, ed il clima di generale incertezza generato dalle crisi globali degli ultimi anni, che ha indotto molti risparmiatori a optare per scelte finanziarie conservative e poco rischiose, di cui è chiaro indice il significativo incremento della liquidità disponibile sui conti correnti degli italiani.
Per il resto, hanno trovato sostanziale conferma nel 2022 alcuni indicatori già emersi negli anni precedenti: la prevalenza quantitativa del contenzioso avviato da risparmiatori residenti in regioni del Nord e del Sud del Paese (rispettivamente pari al 41,4% e al 40,9%), rispetto al Centro Italia (16,9%), con una presenza del tutto marginale (meno dell’1%) di ricorrenti residenti all’estero; la netta predominanza di ricorrenti di genere maschile (68,4%), a fronte del 30,1% rappresentato da donne, e la scarsa incidenza (1,5%) dei ricorsi presentati da persone giuridiche; l’età decisamente avanzata dei ricorrenti, con oltre il 70% di over 55 e la scarsa presenza (meno del 10%) di under 40; la netta preferenza dei ricorrenti per l’assistenza da parte di un legale (oltre il 65% dei casi), dato sintomatico della permanente difficoltà per molti investitori al dettaglio di farsi difensori di sé stessi.
Sul fronte degli intermediari, sono stati 74 quelli coinvolti nei procedimenti avviati nel corso del 2022 e in tutto 220 quelli chiamati sinora a rispondere del proprio operato dinanzi all’Arbitro, a fronte dei 1.292 intermediari attualmente aderenti al sistema Acf (erano 1.204 a fine 2021).
Nel corso del 2022 è infine proseguita l’azione di recupero dell’arretrato accumulatosi soprattutto nei primi tre anni di operatività. Sono stati, infatti, complessivamente 1.624 i procedimenti conclusi, facendo così salire a 8.998 il dato a consuntivo dal 2017. La definitiva riconduzione del termine di conclusione di tutti i procedimenti entro i previsti 180 giorni resta l’obiettivo prioritario anche del 2023. “Per il 2023 – si legge infine nella nota -, tra gli obiettivi dell’Acf figurano la realizzazione, entro il primo semestre dell’anno, di iniziative di confronto con le associazioni dei risparmiatori e degli intermediari; la messa a punto di iniziative di educazione finanziaria mirate sulle esigenze concrete degli investitori retail; l’ulteriore consolidamento dei rapporti di collaborazione con organismi omologhi (Abf e, appena possibile, Arbitro assicurativo), nell’ottica di condividere buone prassi ed assicurare standard di servizio sempre in linea con le aspettative degli utenti”.
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